L’importanza della Rianimazione Cardiopolmonare

PUBBLICATO IL 14 OTTOBRE 2021

(*pagina aggiornata il 17 ottobre 2022)

Intervenire tempestivamente in caso di arresto cardiaco può salvare la vita. In occasione di VIVA!, settimana di sensibilizzazione per la rianimazione cardiopolmonare, gli specialisti del San Raffaele spiegano come intervenire in attesa dei soccorsi 

Anche quest’anno, l’Italian Resuscitation Council raccoglie l’invito dell’Unione Europea e dell’European Resuscitation Council promuovendo VIVA!, la campagna di sensibilizzazione sulla Rianimazione Cardiopolmonare. 

In Europa sono oltre 400.000 le persone colpite ogni anno da un arresto cardiaco fuori dall’ospedale, 60.000 delle quali solo in Italia. Nel 70% dei casi, all’arresto cardiaco assiste qualcuno che potrebbe iniziare la rianimazione cardiopolmonare, aumentando le possibilità di sopravvivenza del paziente del doppio o anche del triplo. Tuttavia, in Europa, la rianimazione cardiopolmonare viene iniziata prima dell’arrivo dell’ambulanza soltanto nel 58% dei casi. In Italia, nel 33% dei casi.

Ecco perché è fondamentale sensibilizzare la cittadinanza sulla rianimazione cardiopolmonare: essere in grado di riconoscere un arresto cardiaco e intervenire tempestivamente può salvare una vita. 
 

Che cos’è l’arresto cardiaco e come riconoscerlo

L’arresto cardiaco è un evento estremamente grave che avviene quando il cuore non riesce più a far circolare il sangue ed a far arrivare ossigeno al nostro corpo. Improvvisamente, una persona in arresto cardiaco:

  • perde coscienza e non si risveglia se chiamata e scossa;
  • smette di respirare normalmente e di fare altri movimenti.

La differenza tra arresto cardiaco e infarto 

Non bisogna confondere il più comune infarto miocardico con l’arresto cardiaco. Infatti l’infarto miocardico può essere causa del secondo, ma richiede un trattamento diverso e se riconosciuto prontamente può essere trattato in modo efficace in ospedale.

 Il trattamento dell’arresto cardiaco invece richiede l’intervento immediato di chiunque sia accanto alla vittima.

 

Cosa fare in caso di arresto cardiaco

Riconosciuti questi segnali, è fondamentale agire immediatamente come segue:

  • chiamare subito i soccorsi al numero unico emergenza 112 ove attivo o al 118;
  • mandare un altro testimone a cercare un defibrillatore semiautomatico DAE;
  • effettuare la rianimazione cardiopolmonare.

 

Come si esegue la rianimazione cardiopolmonare (RCP)

In assenza o in attesa del defibrillatore e in attesa dei soccorsi, è necessario iniziare immediatamente le manovre di rianimazione cardiopolmonare, che si esegue in semplici passaggi:

  • sovrapporre le mani al centro del torace;
  • con le braccia tese, comprimere velocemente, 2 volte al secondo, senza interruzioni
  • lasciare risalire il torace tra le compressioni senza staccare le mani.

Quando chiamiamo il 112/118, l’operatore che ci risponde ci aiuterà a riconoscere l’arresto cardiaco e ci guiderà a fare le manovre necessarie anche se non le conosciamo o non le ricordiamo e ci può segnalare se nelle vicinanze è disponibile un DAE. La rianimazione cardiopolmonare può, e deve, essere eseguita da chiunque assista a un arresto cardiaco ed è fondamentale per salvare una vita.

Clicca qui per vedere i video tutorial con gli specialisti del San Raffaele per la rianimazione cardiovascolare.

 

L’impegno di Ospedale San Raffaele 

Imparare ad intervenire è il primo e fondamentale passo per aumentare le possibilità di sopravvivenza. A questo deve però seguire la presa in carico del paziente da parte di personale sanitario specializzato, un passaggio ancora più importante se il cuore non riesce a ripartire nonostante i tentativi di rianimazione (arresto cardiaco refrattario).

L’Ospedale San Raffaele contribuisce attivamente alla cura dei pazienti colpiti da arresto cardiaco. È infatti riconosciuto come centro di riferimento di terzo livello da Regione Lombardia per la gestione e la cura di: 

  • arresto cardiaco refrattario;
  • shock cardiogeno;
  • della sindrome da insufficienza respiratoria acuta grave. 

L’Unità di Anestesia e Rianimazione Cardio-Toraco-Vascolare è dotata infatti sia di un’elevata expertise maturata in questo campo sia di tecnologie all’avanguardia per il trattamento di queste patologie, con un team pronto a intervenire 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno

Tra queste tecnologie c’è l’ECMO (Extra Corporeal Membrane Oxygenation).

 

ECMO (Extra Corporeal Membrane Oxygenation)

L’ECMO consente di sostituire la funzionalità di cuore e polmoni utilizzando un macchinario molto simile a quello impiegato per la circolazione extracorporea. 

Nei pazienti in arresto cardiaco refrattario, l’ECMO è una cura efficace solo se questi pazienti non hanno subito danni cerebrali irreparabili prima di arrivare in ospedale causati dall’interruzione della circolazione e di conseguenza dell’ossigenazione. Per evitare che ciò accada, chiunque può sostituire in parte la funzione del cuore con il massaggio cardiaco fornendo almeno un po’ dell’ossigeno di cui le cellule hanno bisogno.

Ecco perché la rianimazione cardiopolmonare è fondamentale: chi sopravvive a un arresto cardiaco spesso lo deve alla preparazione e alla prontezza delle persone che si trovano accanto a lui in quel momento.

Cura e Prevenzione