Esofagite eosinofila: come riconoscerla e come curarla

PUBBLICATO IL 23 NOVEMBRE 2022

*(Pagina aggiornata l'8 gennaio 2024)

L’esofagite eosinofila (EoE) è una patologia infiammatoria cronica, immuno o allergene-mediata, caratterizzata da sintomi di disfunzione esofagea. Si tratta di una patologia ancora oggi rara, ma con un’incidenza e una prevalenza in costante aumento. Ne parliamo con l’équipe dell’Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

 

L’incidenza dell’esofagite eosinofila 

L’esofagite eosinofila, malattia infiammatoria a carico dell’esofago, viene riconosciuta come entità patologica nei primi anni ‘90 e, da allora, l’incidenza è incrementata da 1 caso ogni 100.000 pazienti fino intorno ai 10 casi ogni 100.000. Sembra che circa il 12% dei pazienti che si sottopongono ad un esame endoscopico per disfagia o arresto del bolo in esofago ricevano una diagnosi di esofagite eosinofila. 

Si tratta di una patologia che colpisce prevalentemente il sesso maschile.

I sintomi dell’esofagite eosinofila

Negli adulti i sintomi sono:

  • disfagia, ovvero la sensazione di una non corretta progressione del cibo in esofago, prevalentemente per i cibi solidi; 
  • sensazione di arresto del bolo ingerito, che talvolta può rendere necessario un intervento medico.

Spesso concomitano nei pazienti sintomi aspecifici che rendono talvolta complicata la diagnosi, come:

 

Le cause dell’esofagite eosinofila

L’esofagite eosinofila è una patologia immuno-mediata, cioè provocata dal sistema immunitario che reagisce in modo anomalo a certi stimoli, ancora oggi non completamente compresi. 

La causa principale sembra essere una reazione immunitaria localizzata a livello esofageo in risposta all’ingestione di alcuni allergeni presenti in determinati cibi e/o sostanza inalate. Questa reazione dà luogo, in soggetti predisposti, a una infiammazione cronica della parete dell’esofago con l’accumulo a livello della parete dell’organo di cellule immunitarie, chiamate ‘eosinofili’.

Sembra comunque esserci una componente genetica e una ereditaria della patologia. Molto spesso i pazienti affetti da questa patologia presentano altri disordini allergici, come la rinite allergica o la dermatite atopica.

 

La diagnosi di esofagite eosinofila

La diagnosi di esofagite eosinofila è guidata da:

  • sintomatologia presente nel paziente;
  • esecuzione di una gastroscopia, che permette la visualizzazione diretta dell’esofago e di eventuali segni della patologia.

La diagnosi definitiva, però, può essere solamente istologica, andando a studiare al microscopio piccoli frammenti della parete esofagea, prelevati durante la gastroscopia, alla ricerca degli eosinofili. 

La rarità della patologia, il suo recente riconoscimento come entità a sé stante, unite ad una ridotta coscienza dei pazienti della sintomatologia, rendono il cosiddetto ‘ritardo diagnostico’ un vero problema, arrivando a volte ad anni di distanza tra l’insorgenza dei primi sintomi e l’effettiva diagnosi. 

Questo può determinare un quadro esofageo già grave alla diagnosi, complicando l’approccio terapeutico. 

 

La terapia

Il trattamento della esofagite eosinofila prevede diversi livelli di terapia:

  • farmaci inibitori della secrezione acida’, gli stessi utilizzati, a dosaggi e tempistiche differenti nel reflusso gastro-esofageo;
  • formulazioni di derivati del cortisone, con potente azione antinfiammatoria, ma congeniati per agire esclusivamente a livello esofageo, quindi con effetti collaterali minimi;
  • farmaci biologici’, ancora in fase di sperimentazione nonostante i dati preliminari siano incoraggianti, solo nei casi più complicati con malattia avanzata;
  • approccio dietetico/nutrizionale, alternativa terapeutica molto importante, soprattutto nei pazienti più giovani. Esistono delle cosiddette ‘diete di eliminazione’, volte ad eliminare macro-alimenti (il frumento, la soia, le uova ed altri) in modo da evidenziare quale scateni la patologia. Per questa ragione una valutazione nutrizionale è di primaria importanza nell’approccio a questa patologia.

 

Il nuovo ambulatorio per l’esofagite eosinofila dell’Ospedale San Raffaele

L’unità di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Ospedale San Raffaele, centro di eccellenza e di ricerca avanzata, ha aperto un nuovo ambulatorio multidisciplinare per l’esofagite eosinofila, con lo scopo di trattare questa patologia seguendo un approccio globale. 

I pazienti accedono con una visita gastroenterologica per un primo inquadramento per poi eventualmente essere indirizzati ad un percorso multidisciplinare, dove si prende in carico il paziente sia da un punto di vista gastroenterologico e allergologico (grazie alla collaborazione con l’unità di allergologia dell’ospedale), sia da un punto di vista nutrizionale.

Come prenotare una visita

La visita è prenotabile con il Sistema Sanitario Nazionale, chiamando il CUP dell’Ospedale San Raffaele allo. 02.2643.2643, con codice dedicato: GAVEOS

Per visite in solvenza o tramite assicurazione è possibile rivolgersi anche all'e-mail dedicata: eosin@hsr.it

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