Cos’è il West Nile Virus e quali sono i sintomi dell’infezione

PUBBLICATO IL 12 AGOSTO 2022

Dall’inizio di giugno 2022 sono stati segnalati in diverse regioni italiane oltre 144 casi di infezione da West Nile Virus (WNV) nell’uomo. Il nostro Paese è uno dei più colpiti in Europa, in particolare l’Emilia Romagna, il Veneto, il Piemonte e la Lombardia.  Nella maggior parte dei casi l’infezione, che viene trasmessa all’uomo dalla puntura di zanzare infette, non dà sintomi ma in persone anziane o immunocompromesse può dare origine a malattia grave.

Cos’è l’infezione da West Nile Virus

Come descritto dall’ISS la febbre West Nile è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda. Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.

I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del genere Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo.  La trasmissione della malattia, infatti, non avviene da persona a persona, ma nella quasi totalità dei casi attraverso le punture di zanzare infette.

I sintomi

“La maggior parte delle persone infettate non ha sintomi. Possono comparire in alcuni casi e per qualche giorno:

  • mal di testa;
  • febbricola;
  • nausea;
  • vomito;
  • linfonodi ingrossati.

Tutti sintomi si risolvono spontaneamente”, spiega la professoressa Antonella Castagna, primario di Malattie Infettive dell’IRCCS Ospedale San Raffaele

I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette e comprendono:

  • febbre alta;
  • forti mal di testa;
  • debolezza muscolare;
  • disorientamento;
  • tremori;
  • disturbi alla vista;
  • torpore, convulsioni;
  • paralisi;
  • coma.

 Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

La diagnosi

E’ importante considerare la possibilità di una diagnosi di West Nile in tutte le persone che, in particolare in estate e nelle aree endemiche, sviluppano febbre elevata e disturbi neurologici acuti, simili a quelli di una meningite o encefalite. Il sospetto diagnostico può essere confermato mediante la ricerca di anticorpi di Classe IgM nel siero o nel liquor cerebrospinale e la ricerca mediante PCR dell’RNA virale.

 “Non esistono né vaccini né antivirali specifici per il trattamento del West Nile virus pertanto la prevenzione volta a ridurre il rischio di punture è l’arma più efficace che abbiamo” spiega la professoressa Castagna che al San Raffaele coordina anche un ambulatorio di Medicina Tropicale dei Viaggi e delle Migrazioni.

Raccomandazioni per ridurre il rischio di punture

Ecco alcune raccomandazioni per ridurre il rischio di punture:

  • Utilizza indumenti con maniche lunghe, pantaloni lunghi, meglio se di colore chiaro e calzature alte;
  • controlla periodicamente la cute, specie nelle aree più esposte;
  • utilizza repellenti anti-zanzare (DEET, icaridina, citrodiol) alle concentrazioni raccomandate e con applicazioni ripetute, vista la durata limitata della loro ef􀏐icacia protettiva (preferire le formulazioni in lozione e crema);
  • bonifica gli ambienti infestati da zanzare con insetticidi (piretroidi) in diverse formulazioni;
  • ricorri per gli ambienti esterni a spirali fumigene (zampironi), utilizzabili anche in ambienti interni, se ‘accese’ prima di soggiornarvi.

 

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