Cos'è la sindrome metabolica e come si cura
PUBBLICATO IL 08 GENNAIO 2024
La sindrome metabolica è una condizione clinica in costante aumento, la cui prevalenza aumenta con l’avanzare dell’età, caratterizzata dalla presenza contemporanea di più malattie e/o fattori predisponenti, quali ipertensione arteriosa, dislipidemia, iperglicemia, obesità addominale.
Il dottor Riccardo Caccialanza, Responsabile Coordinatore, e il dottor Andrea Pontara, Dietologo e Medico Internista dell'Area Nutrizione Clinica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, spiegano cause, possibili sintomi e diagnosi, nonché prevenzione e cure utili alla sindrome metabolica.
Come si diagnostica
La sindrome metabolica viene diagnosticata sulla base della presenza di almeno 3 dei seguenti criteri diagnostici forniti, nel 2001, dal National Cholesterol Education Program (NCEP) Adult Treatment Panel (ATP) III:
- circonferenza vita ≥ 102 cm negli uomini e ≥ 88 cm nelle donne;
- glicemia a digiuno ≥ 100;
- pressione arteriosa ≥ 130/85, ipertensione;
- trigliceridi a digiuno ≥ 150 mg/dL, ipertrigliceridemia;
- colesterolo HDL (il colesterolo cosiddetto ‘buono’) < 40 mg/dL per gli uomini e < 50 mg/dL per le donne.
L’incidenza della Sindrome metabolica
La diagnosi di sindrome metabolica, la cui prevalenza aumenta man mano che l’età avanza, è in costante crescita.
Essa interessa quasi la metà della popolazione adulta sopra i 50 anni, ma la sua incidenza negli ultimi anni è in aumento anche tra gli adolescenti e giovani adulti, in seguito al dilagare dell’obesità.
Le cause della sindrome metabolica
Le cause di tale sindrome sono da ricercare soprattutto in stili di vita non corretti, quali la sedentarietà ed un’alimentazione non equilibrata, ma il paziente può presentare una certa familiarità con un possibile ruolo di fattori genetici (es. diabete), che possono predisporre al suo sviluppo.
Più alto è il numero di condizioni di cui si soffre, maggiore è la probabilità di sviluppare la sindrome metabolica.
Sintomi e campanelli d’allarme
Tra i principali campanelli d’allarme vi sono:
- l’incremento dell’indice di massa corporea (BMI ≥ 30);
- la presenza di una circonferenza addominale eccessiva.
La sindrome metabolica, però, si caratterizza per l’assenza di sintomi specifici; quindi, è di fondamentale importanza porre attenzione ai fattori di rischio citati sopra che possono predisporre l’insorgenza di tale condizione, quali:
- obesità addominale;
- ipertensione;
- familiarità per diabete;
- resistenza insulinica (che comporta che alcune cellule del nostro organismo, soprattutto muscolari e adipose, siano meno sensibili all’azione dell’insulina, l’ormone rilasciato dal pancreas per abbassare la glicemia);
- ipertrigliceridemia;
- bassi valori di colesterolo HDL.
Quali sono i rischi per il paziente
In generale, una persona con sindrome metabolica è associata a un rischio aumentato di incorrere in:
- patologie cardiovascolari, quali aterosclerosi, infarto del miocardio, ictus;
- patologie metaboliche, come, ad esempio, diabete di tipo 2, dislipidemia, steatosi epatica e steatoepatite-cirrosi metabolica;
- patologie oncologiche, come tumore al seno, al colon, all’esofago, e altri.
Come si previene e si cura
Innanzitutto, è bene ricordare che i pazienti a rischio devono rivolgersi al proprio medico o a centri specializzati, in modo da essere correttamente indirizzati e presi in carico. Prevenire la sindrome metabolica è in parte possibile:
- mantenendo un peso adeguato;
- evitando sovrappeso e obesità;
- adottando un regime dietetico equilibrato;
- smettendo di fumare;
- svolgendo regolarmente attività fisica.
Il trattamento della sindrome metabolica, quindi, si basa sulla riduzione/controllo del peso corporeo attraverso:
- la restrizione calorica derivante da una dieta bilanciata;
- un aumento del dispendio energetico tramite un’attività fisica prevalentemente aerobica.
L’attività fisica, infatti, consente un maggiore controllo dei valori di pressione arteriosa, glicemia, trigliceridi e di aumentare il colesterolo ‘buono’, HDL.
Per questo, è raccomandabile eseguire quotidianamente almeno 30 minuti di attività fisica aerobica, come una camminata a passo veloce.
Anche la dieta del paziente deve essere modificata, perché sia:
- ricca in verdura, frutta, cereali integrali, proteine vegetali, carni magre, pesce; e
- povera in grassi saturi, carne rosse, insaccati, sale, zuccheri aggiunti.
Se le modifiche delle norme dietetico-comportamentali non saranno sufficienti per trattare adeguatamente questa sindrome, il medico potrà ricorrere a farmaci specifici per il trattamento della pressione arteriosa, dell’iperglicemia e della dislipidemia.