Tumori

Tumore dell’esofago

Che cos’è

Con tumore dell’esofago si intende la crescita di cellule maligne a livello dell’esofago. Il tumore esofageo presenta un’incidenza globale di circa 604.100 nuovi casi all’anno, pari al 3,1% di tutte le diagnosi di neoplasia. Si tratta della sesta malattia neoplastica più letale al mondo (5,5% dei decessi complessivi per tumore) ed è caratterizzato da una mortalità globale elevata (544.076 decessi all’anno).

Le tipologie

Esistono diversi istotipi del tumore dell’esofago ed i principali sono:

  • il carcinoma squamocellulare (SCC);
  • l’adenocarcinoma dell’esofago (ADC). 

L’esofago di Barrett (EB) è la sostituzione dell’epitelio squamoso dell’esofago distale con epitelio colonnare con metaplasia intestinale all’istologia, che deve risalire in esofago per almeno 1 cm sopra la giunzione esofago-gastrica. È il maggior fattore di rischio e precursore dell’adenocarcinoma esofageo (ADC), infatti è ben stabilita la progressione lineare da metaplasia a displasia, basso e alto grado, a carcinoma.

I sintomi

Generalmente, il primo sintomo del carcinoma esofageo è rappresentato dalla disfagia (sensazione di deglutizione faticosa), caratteristicamente ingravescente, associata al dolore toracico retrosternale e al calo ponderale progressivo.

La disfagia è spesso preceduta da sintomi aspecifici o mal definiti (inappetenza) e tende a progredire gradualmente dai solidi ai liquidi fino a divenire assoluta espressione di malattia localmente avanzata. Talvolta si osserva la comparsa di astenia secondaria ad uno stato anemico, risultato dello stillicidio cronico che origina dalla lesione, solo raramente i pazienti manifestano sanguinamenti acuti espressi con melena o ematemesi.

Sintomi meno frequenti, segno secondario di una disfagia sempre più marcata, sono la scialorrea (anomalo ed eccessivo accumulo di saliva in bocca) ed il rigurgito alimentare.

Fattori di rischio

Per quanto riguarda l'adenocarcinoma, la diffusione di obesità e malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE), due elementi socio-ambientali in costante aumento in Europa e negli Stati Uniti, costituiscono i principali fattori di rischio. Obesità e MRGE comportano infatti esposizioni mucose a reflusso di materiale di provenienza gastrica (PH < 3), il cui insulto chimico cronico favorisce l’insorgenza di metaplasia intestinale a carico della mucosa dell’esofago inferiore. Il perdurare di questa condizione può determinare l’instaurazione di una metaplasia reversibile nota come esofago di Barrett

Il fattore di rischio maggiormente associato al carcinoma squamocellulare (SCC) è il fumo di sigaretta. Altri importanti fattori di rischio sono il consumo di alcol e bevande calde (tè, caffè e infusi) e l’ingestione di alimenti ricchi di nitrosamine o conservanti alimentari che possono portare alla produzione di nitriti a seguito della riduzione chimica da parte degli enzimi salivari.

Diagnosi

La esofagogastroduodenoscopia (EGDS) è uno strumento diagnostico fondamentale che consente di rivelare la neoplasia, identificarne le caratteristiche macroscopiche, definire la sua posizione in relazione all’estensione dell’esofago ed il grado di stenosi endoluminale e l’esecuzione di campionamenti bioptici. Ulteriori informazioni possono derivare dalla ecoendoscopia (EUS), utilizzata per eseguire una prima stadiazione del tumore. La tracheobroncoscopia è in grado di rilevare in maniera diretta l’eventuale interessamento delle vie aeree in senso infiltrativo o compressivo nel caso di tumori del terzo medio-superiore dell’esofago.

Altri esami possono essere: 

  • TAC: rappresenta la metodica di riferimento per la stadiazione clinica, volto sia alla stadiazione locoregionale sia alla valutazione delle metastasi a distanza;
  • RM: rappresenta la metodica di riferimento per la caratterizzazione di alterazioni epatiche sospette per localizzazioni di malattia;
  • PET: il ruolo della PET deve essere considerato ancillare alla radiologia morfologica.

Cure

Il trattamento del carcinoma esofageo precoce prevede l’applicazione diretta di procedure resettive, senza l’impiego di terapie complementari e con la possibilità di minore invasività terapeutica. L’alternativa terapeutica meno invasiva è rappresentata da quella endoscopica, la quale ha dimostrato una radicalità oncologica adeguata nei carcinomi esofagei intramucosi.

Il tumore esofageo viene peraltro spesso diagnosticato in una fase avanzata di malattia, quando la chirurgia da sola non è in grado di ottenere un intento curativo. Pertanto una pianificazione multidisciplinare preliminare è indispensabile nel trattamento del paziente con malattia localmente avanzata, in quanto la chirurgia da sola non rappresenta il trattamento standard poiché anche in caso di resezione radicale del tumore, la sopravvivenza a lungo termine raramente supera il 20%. Diversi studi hanno dimostrato che il trattamento preoperatorio (chemioterapia o chemioradioterapia) è in grado di aumentare i tassi di radicalità chirurgica e di sopravvivenza.

Associazioni Pazienti

Salute allo Specchio

Salute allo Specchio è una Onlus nata nel 2013 da un’idea di specialisti dell’Ospedale San Raffaele.  Si tratta di un progetto dedicato alle pazienti oncologiche che ha l’obiettivo di conciliare eccellenza medica e qualità della cura per favorire il recupero del benessere fisico e psicologico della persona, ritrovando energia, fiducia in se stesse e autostima.