Diabete e gravidanza: cosa c’è da sapere
PUBBLICATO IL 05 AGOSTO 2022
Affrontare una gestazione serena per le donne con diabete è possibile grazie a un’adeguata preparazione e a percorsi dedicati
Una presa in carico della gestante a 360° e un percorso di cura adeguato prima, durante e dopo la gravidanza possono aiutare le donne con diabete di tipo 1 o di tipo 2 a vivere con consapevolezza e serenità il periodo della gravidanza.
Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Marina Scavini, responsabile diabetologa dell’ambulatorio Diabete e Gravidanza, e la dottoressa Maria Teresa Castiglioni, responsabile ginecologa dell’Unità di Patologia ostetrica, entrambe dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.
L’importanza di rivolgersi a centri specializzati
Le donne con diabete di tipo 1 o di tipo 2 possono essere preoccupate all’idea di intraprendere una gravidanza, per possibili complicanze legate al diabete o, all’opposto, avere poca consapevolezza dei rischi conseguenti a una limitata o assente preparazione della gravidanza e cure inadeguate alla loro patologia di base durante la gravidanza stessa. È importante sottolineare che, con il supporto di un centro specializzato e un’adeguata preparazione, le donne con diabete possono intraprendere con serenità una gravidanza.
In Italia, esistono centri ‘Diabete e Gravidanza’ in quasi tutti i grandi ospedali delle principali metropoli: tra questi anche l’IRCCS Ospedale San Raffaele, dove ginecologo ed endocrinologo/diabetologo sono presenti contemporaneamente in occasione della visita. L’accesso a uno di questi centri è fondamentale:
- prima della gravidanza per prepararsi al meglio;
- durante la gestazione e in prossimità del parto nel caso si rendesse necessario un ricovero.
Quali sono i rischi del diabete in gravidanza
“Le raccomandazioni degli specialisti devono essere seguite con la consapevolezza che la donna con diabete può fare moltissimo per mitigare i rischi che il diabete, se non tenuto sotto controllo, può comportare nel corso della gravidanza”, spiega la dottoressa Marina Scavini.
Il diabete infatti:
- aumenta la frequenza di aborti spontanei e di malformazioni congenite, se nel periodo del concepimento il controllo glicemico non è ottimale;
- aumenta il rischio di ipertensione e preeclampsia, patologia che nella seconda parte della gravidanza può causare gravi danni agli organi e può associarsi a malfunzionamento della placenta;
- aumenta il rischio di parti pre-termine e di taglio cesareo, se la glicemia nel corso della gravidanza non è ben controllata;
- aumenta il rischio di ipoglicemie del neonato, se il controllo della glicemia nelle ultime settimane di gravidanza non è ottimale.
Cosa prevede il percorso della gravidanza nelle donne con diabete
Il percorso della gravidanza nelle donne con diabete è impegnativo e prevede:
- monitoraggio continuo della glicemia possibilmente con l’utilizzo di sensori per la misurazione della glicemia in continuo e con allarmi per l’ipoglicemia;
- terapia insulinica con microinfusore o iniezioni multiple adeguata continuamente alle variazioni della resistenza insulinica nelle diverse fasi della gravidanza per mantenere le glicemie il più possibile vicino all’intervallo normale;
- controlli ambulatoriali ostetrici frequenti in centri specializzati.
Il percorso preconcezionale per le donne con diabete di tipo 1 o di tipo 2
Il percorso preconcezionale per una donna con diabete 1 o di tipo 2, elaborato e attentamente monitorato da un apposito team multidisciplinare, è il punto di partenza e mira a ottimizzare i valori glicemici che, prima del concepimento, devono avvicinarsi il più possibile alla normalità, limitando il più possibile gli episodi di ipoglicemia. Per questo viene controllato anche che le pazienti abbiano disponibili e sappiano utilizzare correttamente tutti quei presidi che aiutano a gestire al meglio gli eventi glicemici estremi, come, ad esempio:
- il glucagone;
- le strisce;
- il dispositivo per la misurazione della chetonemia.
Nel caso la donna non utilizzasse ancora un sensore, è da valutare la possibilità di prescriverne uno educandola al suo utilizzo.
Importante è anche la rivalutazione delle abitudini alimentari e della capacità di adeguare la terapia insulinica in occasione dei pasti.
Gli specialisti, in questa fase, si preoccupano anche di valutare possibili preesistenti complicanze del diabete (ipertensione, retinopatia o nefropatia) e i farmaci assunti oltre all’insulina (ad esempio, antiipertensivi, statine, etc…), verificando che siano indicati anche durante la gestazione.
“La maggioranza delle donne con diabete di tipo 2 assume antidiabetici orali: in vista di una gravidanza, vanno necessariamente sostituiti con la terapia insulinica prima dell’inizio della gravidanza, per evitare di esporre l’embrione a farmaci di cui non si conoscono gli effetti in gravidanza. Queste donne devono, quindi, imparare ad effettuare in autonomia i controlli quotidiani della glicemia e le iniezioni di insulina. Le future mamme con diabete di tipo 2 tendono ad arrivare impreparate al concepimento: questo rende la loro presa in carico in un Centro specializzato e l’elaborazione di un percorso preconcezionale ancora più importanti”, specifica la dottoressa Scavini.
Prima del concepimento: l’integrazione di acido folico
L’integrazione di acido folico, nella dieta delle donne in età fertile, tramite alimenti e/o tramite supplementazione, ossia l’integrazione della dieta tramite integratori, sotto consiglio del proprio ginecologo, è molto importante per la prevenzione della spina bifida e delle malformazioni cardiache nel feto. “È importante ricordare che il rischio di sviluppare malformazioni cardiache o spina bifida è 3 volte maggiore per i bimbi delle madri con diabete pregravidico: 6-9% rispetto al 2-3% delle gravidanze fisiologiche.
È pertanto molto importante l’assunzione giornaliera preventiva di almeno 4-5 mg di acido folico, dose più alta di quella che si trova normalmente negli integratori per la gravidanza, nei 2 mesi precedenti il concepimento e per almeno il primo trimestre di gravidanza”, conclude la dottoressa Maria Teresa Castiglioni.
I controlli periodici durante la gravidanza
Durante la gravidanza, nei centri specializzati, le donne vengono visitate ogni 15 giorni da un team di specialisti, tra i quali il diabetologo e il ginecologo.
Gli esami routinari e i controlli periodici sono molteplici:
- esami del sangue e delle urine;
- controllo di peso e pressione;
- controlli dell’emoglobina glicosilata: indice di controllo glicemico degli ultimi 2 mesi;
- funzionalità della tiroide;
- presenza di proteine nelle urine per individuare precocemente l’insorgenza di un’eventuale preeclampsia;
- ecografie per valutare l’eventuale presenza di malformazioni e la progressiva crescita del bambino;
- monitoraggio del cuore fetale, ossia il monitoraggio cardiotocografico, negli ultimi 2 mesi, da cui si può dedurre il benessere del feto.
La donna deve quotidianamente impegnarsi a:
- eseguire in autonomia controlli glicemici frequenti, almeno 6-8 volte al giorno;
- utilizzare un sensore per il monitoraggio continuo della glicemia interstiziale e scaricare i dati su specifiche piattaforme in modo che possano essere eventualmente valutati da remoto.
La terapia insulinica viene calibrata, modificata e controllata nei 9 mesi con il supporto del diabetologo che, ad ogni visita, valuta le glicemie misurate, le variazioni della terapia insulinica e la frequenza di ipoglicemie”, spiega la dottoressa Scavini.
Il parto: prima e dopo
Il parto in genere viene programmato con un’induzione del travaglio a 38/39 settimane: nelle donne con diabete la percentuale di tagli cesarei è del 65-75%. Il neonato, in particolare se di peso elevato, può andare incontro ad ipoglicemia che spesso si risolve con l’allattamento precoce, ma che talvolta richiede l’infusione endovenosa di glucosio.
Dopo la nascita del bambino, per la mamma è necessario ritrovare un buon equilibrio glicemico e perdere il peso in eccesso acquisito durante la gravidanza.