Disturbi del comportamento alimentare: cosa sono, come riconoscerli e curarli
PUBBLICATO IL 26 OTTOBRE 2020
Anoressia, bulimia nervosa e obesità da alimentazione incontrollata rappresentano disturbi del comportamento alimentare. Il dottor Erzegovesi spiega di cosa si tratta, come riconoscerli e curarli
Erzegovesi, i disturbi alimentari
La scorsa settimana abbiamo ricordato l’importanza della Salute Mentale, dedicandoci in particolare ai disturbi del comportamento alimentare grazie al talk con il nostro esperto: il dott. Stefano Erzegovesi, primario del Centro Disturbi del Comportamento Alimentare di San Raffaele Turro. Facciamo insieme il punto su queste patologie per dare consigli utili soprattutto a genitori e ragazzi.
L’anoressia nervosa: che cos’è e da cosa è caratterizzata
Questo disturbo alimentare, che colpisce per il 90% dei casi la popolazione femminile, sempre più giovane, ha come elemento caratterizzante il controllo. Nell’anoressia nervosa, infatti, le persone si concentrano in modo ossessivo sulla dieta, intesa come controllo ossessivo del cibo, che diventa necessariamente magrezza, e non come la modalità alimentare di mangiare bene per essere sani.
“Questa magrezza dà poi luogo a un cambiamento dello stato mentale, in cui l’ossessione diventa sempre più forte e presente, dando luogo a un pericoloso circolo vizioso. Generalmente il progredire della malattia è lento e ‘silenzioso’, ma, soprattutto dopo il lockdown, si è assistito a un cambio di passo, a una velocizzazione dell’iter della malattia, ancora però da verificare scientificamente nel prossimo periodo” spiega il dottore.
I sintomi iniziali dell’anoressia
Poiché questo disturbo alimentare presenta numeri piuttosto elevati nella popolazione, sia in termini di prevalenza, sia in termini di mortalità, è importante cogliere in modo tempestivo alcuni specifici campanelli d’allarme.
“Quando insorge l’anoressia nervosa, cambia anzitutto il modo di stare a tavola: si pone molta attenzione e grande concentrazione al cibo, si fanno bocconi piccoli e si diventa più silenziosi.
Oltre a ciò, c’è un’eccessiva focalizzazione sul corpo e cambia conseguentemente il modo di guardarsi allo specchio” afferma il dott. Erzegovesi.
Bulimia nervosa: che cos’è e come si presenta
La parola chiave per questa patologia è “segreto”. Se infatti l’anoressia è un disturbo che si auto-riconosce a causa dell'evidente magrezza, chi è affetto da bulimia è difficilmente riconoscibile dall’esterno.
Solitamente si tratta di persone normopeso, con una vita apparentemente sana, che nelle situazioni di convivialità mangiano normalmente.
“Se nell’anoressia il controllo è totale, nella bulimia c’è invece la perdita di controllo, che avviene in privato. Solitamente, chi soffre di bulimia ha le cosiddette “abbuffate”, che consistono nel mangiare in un limitato lasso di tempo una quantità di cibo superiore a quella che una persona mangerebbe in media nella stessa situazione” prosegue Erzegovesi.
A questi episodi seguono generalmente i comportamenti di eliminazione (induzione del vomito, utilizzo di diuretici o lassativi) e di compensazione (eccesso di attività fisica, digiuni prolungati prima e dopo l’abbuffata).
Obesità da alimentazione incontrollata: un “nuovo” disturbo
Questa condizione patologica, detta anche Disturbo da Binge Eating (BED), è stata definita dal punto di vista diagnostico soltanto in tempi molto recenti e, per questo, è meno nota.
Rispetto alle altre due patologie, i pazienti che ne sono affetti sono generalmente meno giovani, tra i 35 e i 50 anni, e nel 50% dei casi di sesso maschile.
“Presenta le stesse caratteristiche della bulimia nervosa, con l’abbuffata come elemento centrale della patologia, ma non è contraddistinta da alcun comportamento di compenso o di eliminazione.
La conseguenza naturalmente è il sovrappeso, che può anche raggiungere il livello di obesità severa” afferma l’esperto.
Le cause dei disturbi del comportamento alimentare
I disturbi del comportamento alimentare non hanno mai una singola causa ma presentano una genesi complessa. Secondo il nostro esperto gli elementi principali che concorrono all’insorgenza di un disturbo alimentare sono:
- una predisposizione familiare
- l’espressione genica, ad es. legata a come siamo stati accuditi da piccoli
- il temperamento, ad es. il perfezionismo
- il genere - femminile - e l’età - adolescenziale - a rischio
- l’ambiente (dal micro-ambiente personale, ad es. le prese in giro a scuola, ai macro-modelli - ad es. di magrezza come fattore di successo - della società).
I consigli da seguire per i genitori e i ragazzi
I consigli dell’esperto per i genitori dei ragazzi sono essenzialmente:
- prestare attenzione ai segnali iniziali del disturbo
- lasciare sempre aperto uno spazio di ascolto
- stare vicino ai ragazzi con una giusta misura, senza essere né invadenti, né assenti
- non giudicare mai (ad es. non dire "guarda come ti sei ridotta")
- riportare tutto alla qualità di vita (ad es. “mi sembra che la tua attenzione nello studio sia diminuita” ecc.)
- chiedere aiuto.
“Per i giovani, e meno giovani, che soffrono di queste patologie è consigliato proprio chiedere aiuto, perché quella che può essere percepita come una soluzione a un problema, la magrezza, può essere invece una patologia che, come altre, può e va curata” afferma il dottore.
I centri per la cura dei disturbi alimentari
Quando c’è il sospetto di un disturbo di questo tipo bisogna anzitutto fare un punto della situazione medica con il pediatra o il medico di medicina generale (MMG) valutando:
- peso
- altezza
- indice di massa corporea.
Da questo dato, si capirà se il problema presenta o meno il carattere della patologia.
Se così fosse, conclude il dottore “è necessario rivolgersi a un centro multidisciplinare volto a fornire:
- cura della situazione medica, soprattutto per le complicanze secondarie al deperimento organico
- riabilitazione nutrizionale (se la situazione lo richiede si può considerare, oltre alla cura
ambulatoriale, il Day Hospital o il ricovero ospedaliero)
- terapia psicologica, individuale e familiare
- terapia psicofarmacologica specifica, se ci sono sintomi concomitanti come ansia, ossessioni o depressione”.