Il Vein Center di Ospedale San Raffaele
Che cos’è il Vein Center e di cosa si occupa
*(Pagina aggiornata il 2 dicembre 2024)
Il Vein Center, parte dell’Unità di Chirurgia Vascolare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, è un centro interdisciplinare di eccellenza dedicato alla cura dei pazienti affetti da patologie del sistema venoso profondo e superficiale ed orientato alla ricerca scientifica clinica. In particolare, è focalizzato sul trattamento dei vari stadi dell’insufficienza venosa e delle trombosi venose.
Dal 2019 è riconosciuto dall’European Board of Phlebology dell’UEMS (Union Europeenne des Medecins Specialistes) come Centro Europeo Accreditato per la Formazione in Flebologia.
Nel 2021 ha invece ottenuto la Certificazione di Centro Flebologico di livello Avanzato dalla SIF (Società Italiana di Flebologia).
Le patologie trattate dal Vein Center
Le principali patologie trattate sono:
- insufficienza venosa con varici arti inferiori (nei vari stadi di patologia)
- tromboflebiti superficiali
- trombosi venose acute e croniche
- sindrome post-trombotica
- occlusione della vena cava e dei vasi iliaco-femorali
- sindrome di May-Thurner/Cockett
- sindrome della Vena Cava Superiore ed Inferiore
- sindrome dello Schiaccianoci (Nutcracker)
- sindrome di Paget-Schroetter
- varicocele pelvico femminile con Sindrome della Congestione Pelvica
- varicocele maschile.
I fattori di rischio delle patologie venose
Fattori di rischio ereditari
Esistono fattori di rischio ereditari, anche detti congeniti, che possono determinare la comparsa precoce di segni e sintomi dell’insufficienza venosa come agenesie, disfunzioni valvolari e patologie del collagene, che possono determinare dilatazioni venose.
Le mutazioni genetiche che determinano la trombofilia possono invece predisporre i pazienti allo sviluppo di una trombosi venosa.
Fattori di rischio acquisiti
Esistono inoltre dei fattori di rischio acquisiti che possono concorrere allo sviluppo delle patologie venose come:
- immobilizzazione prolungata degli arti inferiori (apparecchi gessati, paralisi, allettamento prolungato, lunghi viaggi aerei)
- gravidanza e il periodo immediatamente seguente al parto
- interventi chirurgici maggiori, soprattutto alle gambe, come la protesi d’anca o di ginocchio
- obesità
- terapia anticoncezionale
- patologie neoplastiche
- traumi gravi (incidente automobilistico, schiacciamenti ecc.).
I sintomi delle patologie venose e gli esami diagnostici
Sintomi come pesantezza alle gambe, gonfiore, comparsa di aumento di volume delle vene, edema dopo prolungata stazione eretta possono essere segno di una disfunzione del sistema venoso superficiale; nei casi più avanzati si presentano alterazioni cutanee che possono aggravarsi nelle ulcere venose. Allo stesso modo, la comparsa improvvisa di dolore, gonfiore, arrossamento e impotenza funzionale devono far sospettare una patologia trombotica del sistema venoso.
I sintomi non vanno mai sottovalutati e richiedono un approfondimento diagnostico clinico e strumentale.
Dopo una valutazione clinica risulta essenziale lo studio con ecocolordoppler, una metodica non invasiva e di rapida esecuzione che offre informazioni precise sullo stato di salute delle pareti venose, sull’eventuale presenza di ritorno venoso alterato (reflusso venoso) e che permette di valutare la presenza di ostruzioni acute e croniche.
Gli esami che possono essere richiesti dallo specialista per valutare la patologia venosa sono:
- Ecocolordoppler Venoso arti inferiori
- Ecocolordoppler Vasi addominali
- Ecocolordoppler TransVaginale (eseguito da Specialista in Ginecologia)
- Pletismografia
- AngioRM del sistema venoso
- AngioTac dei vasi addominali con studio delle fasi venose.
I trattamenti ad oggi disponibili
In caso di lieve insufficienza venosa, s’interviene su stile di vita, dieta corretta e movimento ed eventualmente terapia con farmaci venoattivi.
In caso di peggioramento clinico con comparsa di varici, manifestazioni cutanee o ulcerazioni, è necessario intervenire con trattamenti mirati.
La chirurgia mininvasiva ha fatto grandi passi avanti e oggi sono disponibili diverse tecniche che comportano: ridotta o assente ospedalizzazione, significativa riduzione del dolore, ottimi risultati estetici e un più rapido recupero post-procedurale.
Accanto alla tecnica tradizionale di stripping, asportazione chirurgica (parziale o totale) della vena piccola safena o grande safena, esistono tecniche ablative termiche e non-termiche che hanno l’obiettivo di chiudere i distretti malfunzionanti senza effettuare tagli chirurgici.
I trattamenti possibili sono:
- Ablazione termica (Radiofrequenza, Laser)
- Ablazione meccanochimica (MOCA)
- Somministrazione di sostanze sclerosanti (Scleromousse)
- Ablazione con colla (Cianacrilato).
L’indicazione al tipo di intervento viene valutata dal team di specialisti su ogni singolo caso, dopo uno studio dettagliato dell’anatomia del paziente e delle sue necessità cliniche.
La trombosi venosa: come si cura
La trombosi è la terza causa di malattia cardiovascolare più comune dopo l’ischemia miocardica e l’icuts cerebrale. A determinarla è la formazione di un trombo in una o più vene e può essere gravata da due pericolose complicanze: l’embolia polmonare e la sindrome post trombotica.
Il distacco del trombo che raggiunge la circolazione polmonare può essere un'evenienza drammatica che può determinare infarto polmonare e danni al cuore destro. In casi di ritardata o mancata diagnosi, l’embolia polmonare diventa una patologia mortale.
La sindrome post-trombotica è, invece, un insieme di segni e sintomi generati dal danno che il coagulo può effettuare sulle pareti venose e sulle valvole: il mancato riassorbimento del trombo rende i vasi più rigidi e ridotti di calibro con conseguente cattivo funzionamento del sistema venoso, che non riesce a funzionare efficacemente. L’incremento della pressione venosa nelle parti più declivi degli arti determina un incremento del volume degli arti e alterazioni cutanee, che generano la formazione delle “ulcere venose”.
La trombosi venosa, nelle sue fasi iniziali (entro circa 30 gg) e in pazienti selezionati, può essere trattata attraverso la trombectomia meccanica o la tromboaspirazione con cateteri endovascolari, che liberano i vasi dal coagulo, ripristinano la circolazione venosa e riducono il rischio di embolia polmonare.
Mentre i pazienti con sindrome post-trombotica e occlusioni già stabilizzate dei vasi iliaci e femorali possono beneficiare di nuove tecnologie per ricanalizzare le vene occluse e mantenere la loro pervietà con stent venosi (retine metalliche) che dilatano il lume.
Come si tratta la Sindrome di May Thurner
La sindrome di May-Thurner (MTS) è una condizione patologica relativamente rara, scoperta negli anni ’50 e causata da una condizione anatomica: la vena iliaca comune di sinistra è compressa fra l’arteria iliaca comune destra e la colonna vertebrale lombare inferiore, con conseguente processo di ostruzione meccanica.
La compressione cronica da parte di una grossa arteria pulsante contro una superficie ossea crea un danno endoteliale, a carico della parete della vena, che può rispondere con formazione di fibrosi delle pareti. La presenza di un alterato ritorno venoso può essere compensata da formazione di circolazione collaterale, oppure condizionare l'ipertensione venosa severa nel distretto pelvico e nel distretto venoso dell’arto inferiore (possibili cause di varici pelviche o varici dell’arto inferiore). Il rallentamento del deflusso del sangue verso la parte superiore del corpo e la stasi possono contribuire a incrementare il rischio di trombosi venosa profonda. La MTS può essere inoltre una delle cause della congestione pelvica.
Un centro multidisciplinare e ad alto volume
Il Vein Center si avvale anche della collaborazione multidisciplinare di:
- Centro Emostasi e Trombosi
- Vulnologia (Centro di ricerca clinica e cura delle lesioni cutanee)
- Pelvic Unit (diretta dal Dr. Ubaldo Del Carro)
- colleghi cardiologi, ginecologi, neurologi, gastroenterologi, urologi e di altre specializzazioni.
I numeri del Vein Center sono esemplificativi di un’attività ad alto volume, con:
- n. +600 interventi chirurgici annui
- n. +1800 ecocolordoppler venosi
- n. +3000 visite ambulatoriali.
Staff
Prof. Domenico Baccellieri – Direttore Vein Center
Prof. Roberto Chiesa – Primario U.O. Chirurgia Vascolare
Prof. Germano Melissano
Prof. Andrea Kahlberg
Dr.ssa Renata Castellano
Dr. Vincenzo Ardita
Dr. Domenico Astore
Dr.ssa Barbara Catenaccio
Dr. Matteo Bossi
Dr. Nicola Favia
Dr.ssa Diletta Loschi
Dr. Daniele Mascia
Dr. Enrico Rinaldi
Informazioni
E-mail: veincenter@hsr.it
Per prenotare una visita: 02 2643 2643
Segreteria di Reparto /Segreteria Vein Center:02.2643.7129/7130