Come si riconosce e cura l’ipertiroidismo

PUBBLICATO IL 14 GENNAIO 2025

L’ipertiroidismo è una condizione caratterizzata da eccesso nel sangue di ormoni tiroidei liberi (T4 o tiroxina e T3 o triiodotironina), determinata da una iperfunzione della ghiandola tiroide

Si tratta di una patologia molto frequente, che si manifesta in uomini e donne con sintomi variabili e altera i processi fisiologici del nostro organismo, proprio perché gli ormoni tiroidei sono responsabili della modulazione del metabolismo basale, del battito cardiaco, della temperatura e del peso corporeo.

Quali sono i sintomi, quali le forme più frequenti di ipertiroidismo e come si effettuano diagnosi e cura? 

Ne abbiamo parlato col prof. Andrea Giustina, primario dell’Unità di Endocrinologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, professore Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dove ricopre anche la carica di prorettore. Il professore è, inoltre, Presidente della European Society of Endocrinology e membro del Consiglio Superiore di Sanità.

 

Quali sono le cause di ipertiroidismo

Le malattie che possono causare un aumento dei livelli circolanti di ormoni tiroidei sono diverse: il morbo di Basedow-Graves è la più frequente, ma può essere scatenato anche da patologie infiammatorie a carico della tiroide.

Il morbo di Basedow-Graves

La più frequente causa di ipertiroidismo è il Morbo di Basedow-Graves, detto gozzo tossico diffuso o ipertiroidismo autoimmune, una malattia che colpisce di più il sesso femminile (10 a 1 nei confronti dei maschi), in età fertile, prevalentemente tra i 20 e i 40 anni.

Il Morbo di Basedow appartiene alla famiglia delle malattie autoimmuni ed è caratterizzato dalla produzione degli anticorpi antirecettore del TSH o TRAb, che stimolano la tiroide a produrre una eccessiva quantità di ormoni tiroidei e a crescere di dimensioni, provocando il cosiddetto gozzo.

Il morbo di Plummer

Un’altra causa di ipertiroidismo che si può frequentemente incontrare nella pratica clinica è il morbo di Plummer, detto anche gozzo tossico nodulare o adenoma tossico della tiroide. Colpisce indistintamente maschi e femmine di età compresa tra i 50 e i 60 anni e provoca la comparsa di un nodulo che stimola la produzione in eccesso di ormoni tiroidei.

Il gozzo tossico multinodulare

Il gozzo tossico multinodulare è una causa di ipertiroidismo che colpisce più spesso donne (3 a 1 rispetto ai maschi) di età superiore ai 60-70 anni e si manifesta con la comparsa di molti noduli che producono in eccesso ormoni tiroidei e un aumento volumetrico della tiroide. 

Spesso questa condizione rappresenta l’evoluzione in età avanzata di un gozzo di lunga data.  

 

Quali sono i sintomi

Un eccesso di ormoni tiroidei in circolo determina sintomi tipici dovuti da una produzione eccessiva di energia, che causa: 

  • dimagrimento pur con aumento dell’appetito; 
  • sudorazione con intolleranza al caldo; 
  • iperglicemia; 
  • retrazione della palpebra superiore;
  • riduzione dei livelli di colesterolo. 

A livello cardiaco compare tachicardia a riposo con possibili aritmie e ipertensione sistolica. Infine, a livello del sistema nervoso possono essere presenti ansia, agitazione psico-motoria, insonnia e tremori

Nella forma più frequente di ipertiroidismo, il morbo di Basedow, può essere presente una condizione tipica causata dal processo autoimmune che si definisce oftalmopatia basedowiana, nella quale insieme alla retrazione della palpebra superiore si evidenza una sporgenza dei globi oculari, detta esoftalmo.

 

Diagnosi dell’ipertiroidismo

In pazienti che presentano la sintomatologia clinica sopra descritta, è necessario dosare gli ormoni tiroidei liberi (FT4 e FT3) e il TSH ormone dell’ipofisi, che ha come ruolo fisiologico quello di stimolare la funzione tiroidea, mediante un esame del sangue.

In condizioni di ipertiroidismo, i livelli di TSH risultano soppressi e indosabili. Infatti, questi ultimi sono talmente sensibili alle variazioni degli ormoni tiroidei che in alcuni casi possono essere soppressi, anche con ormoni tiroidei ancora nella norma: in tale caso si parla di ipertiroidismo subclinico. 

Nel sospetto di un morbo di Basedow è opportuno misurare i TRAb, gli anticorpi prodotti contro il recettore del TSH, utili nella diagnostica e nell'andamento della patologia. 

Sul piano strumentale, l’utilizzo della ecografia tiroidea e della scintigrafia tiroidea sono utili al medico per confermare la diagnosi.

 

Come si cura

La terapia dipende dalla causa dell'ipertiroidismo, dall'età del paziente e dalla gravità delle manifestazioni cliniche.

Il trattamento del morbo di Basedow

La terapia per il trattamento del morbo di Basedow è medica, in prima battuta: un ciclo di terapia con il metimazolo, un antitiroideo di sintesi per 12-18 mesi, induce una remissione a lungo termine dell’ipertiroidismo nel 50% dei soggetti trattati. 

Qualora la terapia medica non sia efficace, è necessario procedere all’asportazione chirurgica della tiroide (tiroidectomia), preferibile in caso di grosso gozzo e di oftalmopatia, o ricorrere alla terapia con iodio radioattivo

Per trattare l’esoftalmo che non risponde alla terapia tireostatica, invece, risulta spesso necessaria la terapia cortisonica

Il trattamento del morbo di Plummer 

Questa forma di ipertiroidismo viene curata mediante: 

  • asportazione chirurgica del nodulo tiroideo iperfunzionante;
  • in casi particolari, mediante alcolizzazione del nodulo o somministrazione di una terapia di iodio radioattivo. 

Il trattamento del gozzo multinodulare tossico

Per la cura di questa tipologia di ipertiroidismo è previsto l’utilizzo di metimazolo, a scopo non curativo, ma al solo fine di controllare l’iperfunzione tiroidea, nel caso in cui il paziente, spesso anziano, abbia controindicazioni alla chirurgia. 

Quest’ultima si rende comunque necessaria se le dimensioni eccessive del gozzo causino una compressione di trachea o esofago, con sensazione di disagio nella respirazione (dispnea) o difficoltà a deglutire cibi solidi o liquidi (disfagia).

Cura e Prevenzione