Come si manifesta la SLA, la diagnosi e le cure disponibili

PUBBLICATO IL 04 FEBBRAIO 2025

La Sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, ovvero le cellule nervose responsabili del controllo dei muscoli volontari. Nota anche come malattia di Lou Gehrig, essa porta a una progressiva perdita delle capacità motorie, compromettendo funzioni vitali come la deglutizione, la parola e la respirazione. 

La SLA è una malattia complessa che richiede un approccio integrato tra medici, terapisti e familiari per garantire al paziente la migliore qualità di vita possibile. Sebbene attualmente non esista una cura efficace per tutti i casi, la ricerca continua a fare progressi, offrendo nuove opzioni per alcune di queste presentazioni e ulteriori speranze per il futuro. 

Ne abbiamo parlato con il dott. Edoardo Gioele Spinelli, neurologo presso l’Unità operativa di Neurologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, diretta dal professor Massimo Filippi.

 

Le cause della SLA

Le cause della SLA non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che la malattia abbia una base multifattoriale, con contributi genetici, ambientali e molecolari.

Per quanto riguarda i fattori genetici, circa il 5-10% dei casi di SLA è ereditario (SLA familiare). In questi pazienti, mutazioni in geni come SOD1, C9orf72, TARDBP e FUS giocano un ruolo significativo.

L’esposizione a sostanze tossiche, pesticidi, metalli pesanti o agenti infettivi è un fattore ambientale che può contribuire allo sviluppo della malattia nei casi sporadici (non ereditari).

Dal punto di vista delle alterazioni molecolari, disfunzioni nei mitocondri, stress ossidativo, accumulo di proteine tossiche e processi infiammatori sembrano essere coinvolti nel processo patologico che porta alla morte dei motoneuroni.

 

I primi sintomi e segnali da non sottovalutare

La SLA si manifesta inizialmente con sintomi subdoli e spesso aspecifici, che possono variare a seconda delle aree del sistema nervoso coinvolte. 

Riconoscere i primi segnali è cruciale per una diagnosi precoce. Questi sono:

  • debolezza muscolare localizzata spesso in un arto (per esempio, con difficoltà a sollevare un oggetto o a camminare) o nella muscolatura facciale;
  • crampi e fascicolazioni, con movimenti involontari dei muscoli, percepiti come contrazioni rapide;
  • alterazioni nella voce, cambiamenti nella capacità di parlare chiaramente, con difficoltà di articolazione o tono nasale;
  • rigidità e spasticità, con contrazioni muscolari rigide e movimenti limitati.

I sintomi sensitivi (formicolii, perdita di sensibilità) non sono assolutamente tipici della SLA e la loro presenza dovrebbe indirizzare il medico verso altre possibili diagnosi. Poiché questi sintomi possono sovrapporsi ad altre condizioni, è fondamentale in ogni caso rivolgersi a un medico specialista per un adeguato inquadramento.

 

Come si effettua la diagnosi

Una diagnosi precoce della malattia consente di pianificare meglio la gestione e migliorare la qualità di vita del paziente, anche se è piuttosto complessa e richiede l'esclusione di altre malattie con sintomi simili. 

Infatti, non esistono test specifici per la SLA, pertanto è fondamentale una valutazione clinica dettagliata, che comincia con un esame neurologico, per valutare: 

  • i riflessi; 
  • la forza muscolare; 
  • la coordinazione.

Dal punto di vista strumentale, gli esami utilizzati per arrivare a una diagnosi sono: 

  • l’elettromiografia (EMG), che misura l’attività elettrica nei muscoli e può evidenziare segni di denervazione attiva;
  • la risonanza magnetica (RM), che evidenzia possibili segni indiretti di sofferenza dei motoneuroni e viene utilizzata anche per escludere altre patologie come tumori o malattie demielinizzanti.

Vengono inoltre eseguiti esami del sangue e/o del liquido cerebrospinale, per identificare i segni della malattia o eventuali cause alternative, come infezioni o malattie autoimmuni. In caso di sospetta SLA familiare possono essere utili test genetici, al fine di individuare mutazioni specifiche.

 

Prognosi e aspettative di vita  

Alcuni fattori influenzano la prognosi della malattia, questi includono: 

  • età di insorgenza (più giovane è il paziente, migliore tende a essere la prognosi); 
  • coinvolgimento precoce dei muscoli respiratori;
  • tipo di SLA (per esempio, la forma bulbare tende ad avere una prognosi peggiore).

Tuttavia, la SLA è una malattia grave con una prognosi generalmente infausta, la cui progressione varia notevolmente da persona a persona. La sopravvivenza mediana è di 3-5 anni dalla diagnosi, anche se alcuni pazienti vivono molto più a lungo, come nel caso del fisico Stephen Hawking.

 

Le terapie disponibili

Attualmente, non esiste una cura definitiva per la SLA. Le terapie disponibili si concentrano sul rallentare la progressione della malattia e sul migliorarne i sintomi. In particolare:

  • farmaci:
    • Riluzolo, che può rallentare la progressione della malattia riducendo il danno ai motoneuroni;
    • Edaravone, un antiossidante che aiuta a ridurre lo stress ossidativo nei neuroni;
    • Tofersen, un trattamento specifico per i pazienti con SLA causata da mutazioni del gene SOD1, recentemente approvato da parte dell’Agenzia europea del farmaco (2024). Sebbene rappresenti una soluzione innovativa e con una certa efficacia, questa forma genetica della malattia riguarda solo una minoranza dei casi;
  • terapia sintomatica, con farmaci antispastici per ridurre rigidità e crampi muscolari o anticolinergici, per il trattamento della salivazione eccessiva (scialorrea);
  • supporto respiratorio: in determinate situazioni, potrebbe rendersi necessario l’uso di ventilazione non invasiva (tramite una maschera applicata per un periodo variabile di ore al giorno) o, nei casi più avanzati, la tracheostomia;
  • supporto nutrizionale, composto da dieta personalizzata per prevenire la malnutrizione, integratori specifici per garantire un adeguato apporto calorico e proteico, e, quando necessario, l’adozione di tecniche come la nutrizione enterale tramite sondino;
  • terapie riabilitative:
    • fisioterapia, per mantenere la mobilità e ridurre la rigidità muscolare;
    • logopedia, per affrontare problemi di comunicazione e deglutizione;
    • terapia occupazionale, per adattare l’ambiente domestico alle necessità del paziente.

 

Complicanze della SLA

La SLA comporta numerose complicanze che richiedono un approccio multidisciplinare. Le principali sono:

  • insufficienza respiratoria: la debolezza progressiva dei muscoli respiratori, infatti, rappresenta la principale causa di morte nei pazienti con SLA;
  • malnutrizione, causata da problemi di deglutizione (disfagia), che può portare a perdita di peso significativa e carenze nutrizionali;
  • infezioni, in seguito a immobilità e difficoltà respiratoria, come la polmonite;
  • depressione e ansia, dovute al significativo impatto psicologico della malattia, per cui è richiesto supporto psicologico continuo;
  • difficoltà comunicative: la progressiva perdita della capacità di parlare richiede l’utilizzo di dispositivi di comunicazione assistita.
Cura e Prevenzione