Cos'è l'ipocondria e come si cura

Cos'è l'ipocondria e come si cura

PUBBLICATO IL 10 APRILE 2025

Cos'è l'ipocondria e come si cura

PUBBLICATO IL 10 APRILE 2025

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Quella che generalmente viene chiamata ipocondria è una condizione psicologica nella quale la persona manifesta una preoccupazione ingiustificata ed eccessiva per la propria salute, teme di ammalarsi e/o di essere ammalato nonostante le rassicurazioni medico-scientifiche di cui dispone. 

In realtà, piuttosto che di ipocondria, che è una definizione oggi superata, è più corretto parlare di ipocondria come sintomo: “Non esiste la patologia ipocondria, esistono i sintomi ipocondriaci e questi sono comuni a più patologie psichiatriche”. 

Vediamo quindi cosa sono i sintomi ipocondriaci e come si curano insieme alla dott.ssa Maria Cristina Cavallini, psichiatra presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro.

 

Cos'è l'ipocondria 

“Le persone che soffrono di ‘ipocondria’, ovvero di sintomi ipocondriaci, interpretano, erroneamente, segnali fisici anche innocui come fossero manifestazioni di grave e imminente malessere, arrivando ad autodiagnosticarsi gravi malattie.

Sviluppano, quindi, un disagio caratterizzato da ansia, paura che impatta sul loro funzionamento familiare, lavorativo e sociale”, afferma la psichiatra. 

Il paziente che soffre di sintomi ipocondriaci vive in uno stato di importante apprensione a prescindere dalle rassicurazioni e dai dati oggettivi sul proprio stato di salute (offerte da analisi cliniche; esami diagnostici; visite mediche specialistiche). 

“Anzi, spesso questi pazienti richiedono ripetuti consulti specialistici, insoddisfatti se il responso dato nega la presenza di una condizione organica, piuttosto che allarmati qualora dalla visita possano cogliere qualche spunto di ambiguità. 

Talvolta, invece, la preoccupazione ipocondriaca può portare all’evitamento totale di ogni consultazione per il timore che possa invece essere formulata una diagnosi grave”, approfondisce l’esperta in psichiatria.

 

Cause dell'ipocondria, ovvero dei sintomi ipocondriaci 

Le cause dell'ipocondria possono essere molteplici e includono fattori di origine biologica (genetica-ereditaria-familiarità con patologie psichiatriche), culturali (educazione), esperienze di vita (fattori esperienziali e relazionali), tratti di personalità del paziente. 

In particolare, possono avere un peso rilevante le esperienze traumatiche di vita: lutti, malattie gravi di familiari, esperienze di abbandono, eventi traumatici personali o di persone vicine, perdita del lavoro possono favorire lo sviluppo di diverse reazioni psicologiche, tra queste i sintomi ipocondriaci. 

Come approfondisce la psichiatra: “Gli eventi traumatici possono portare dei soggetti predisposti a trasformare in un disagio ‘somatico’ (somatizzare) l’esperienza negativa vissuta, e quindi a manifestare i sintomi ipocondriaci.
Per alcuni soggetti l’esperienza somatica, sebbene dolorosa, può essere più tollerabile del disagio psichico stesso, infatti persone con tratti di personalità disfunzionali, ansiosi o iperprotettivi e controllanti, un tempo definiti ‘nevrotici’ (affetti da nevrosi), possono essere più inclini a sviluppare condizioni di questo tipo”.

Alcuni sintomi ipocondriaci possono essere associati a disturbo d’ansia generalizzato (Dag), disturbi dell’umore o disturbo post traumatico da stress (PTSD). 

“Soggetti con una predisposizione biologica e familiare ai disturbi d’ansia e/o disturbi dell’umore (depressione maggiore e non solo) più facilmente presentano vulnerabilità a questo sintomo. Vivere in un ambiente dove fin da piccoli si è esposti a una particolare apprensione per la propria salute fisica potrebbe portare a un apprendimento scorretto (errata interpretazione) di segnali somatici e anche fisiologici”, spiega l’esperta. 

 

Come curare l'ipocondria 

Il trattamento clinico dei sintomi ipocondriaci può includere diverse strategie e prevedere la collaborazione tra diversi specialisti. Tra le principali terapie per la cura dell’’ipocondria’ oggi disponibili in Italia in ambito ospedaliero ci sono:

  • la psicoterapia. “Per la cura dei sintomi ipocondriaci le linee guida in Italia prevedono la Terapia cognitivo-comportamentale (Tcc) che ha una efficacia dimostrata per la cura dei sintomi ipocondriaci”. 

L’obiettivo delle sedute di psicoterapia Tcc per la cura della ipocondria è sviluppare insieme al paziente le migliori strategie comportamentali funzionali (ovvero utili) al fine di consentirgli di contrastare la reazione di allarme esagerato e inappropriato in corrispondenza di segnali somatici, riducendo o prevenendo del tutto il disagio patito, sia emotivo sia fisico (somatizzazione).

In alcuni casi, previo consenso del paziente, è possibile coinvolgere familiari e amici del soggetto ipocondriaco in alcune sedute di Tcc aperte ai familiari/sedute di coppia, perché lo aiutino a modificare i comportamenti disfunzionali e ipocondriaci messi in atto nelle relazioni interpersonali e in famiglia. 

  • terapie farmacologiche. “Tendenzialmente, vengono prescritti gli antidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Ssri), ma ogni diagnosi è a sé e sarà lo psichiatra a decidere quale sia il miglior trattamento farmacologico per la cura dei sintomi ipocondriaci”. 
  • altre terapie di supporto psicologico complementari alla terapia clinica. “Tra queste si può citare la psicoterapia cognitivo-comportamentale Tcc integrata da Mindfulness, la quale ha una validità riconosciuta nel mondo scientifico”. 

Possono, inoltre, essere utili anche altri tipi di terapie e tecniche per rilassarsi tra queste la respirazione consapevole e lo yoga

Le terapie complementari possono essere consigliate dal medico in associazione (mai in sostituzione) alla psicoterapia e all’uso di farmaci specifici.

Le difficoltà nella cura 

Le difficoltà nella cura della ipocondria sono molteplici, come approfondisce la dott.ssa Cavallini che ci parla della sua esperienza presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro di Milano: “Spesso i medici specialisti una volta valutato il paziente, e individuata l’assenza della condizione organica critica, inviano il paziente all’osservazione dello specialista in psichiatria o dello psicologo psicoterapeuta. 

È importante segnalare che il paziente ipocondriaco non necessariamente è un malato immaginario: infatti, possiamo avere anche quella che gli psicopatologi classici chiamano ipocondria cum materia, cioè una situazione in cui il paziente – sottolinea la psichiatra – presenta effettivamente una sintomatologia organica espressione di una malattia, ma è eccessiva/esagerata l’interpretazione che viene data al sintomo. 

Sebbene magari si tratti di una condizione trattabile, il paziente ipocondriaco è invece convinto di essere affetto da una patologia inguaribile. Psichiatra e psicologo contestualizzeranno e aiuteranno a dare alla preoccupazione del paziente il corretto valore”. 

Spesso non è facile avviare i pazienti a seguire il percorso di cura: “In primo luogo, il paziente ipocondriaco ha una profonda convinzione di essere affetto da un disturbo organico, per cui spiegare che il suo disagio potrebbe avere una origine psichica spesso comporta una reazione di rifiuto e opposizione alla cura. 

In secondo luogo, questi pazienti sono ipersensibili e spaventati dai possibili effetti collaterali delle medicine (proprio per la loro attenzione esagerata ai segnali del corpo) per cui non è infrequente osservare effetti paradossali ed esagerati alla introduzione di minime quantità di terapia farmacologica. 

L’approccio più utile è sicuramente spiegare al paziente che la cura, sia essa medica o psicologica nelle diverse strategie attualmente disponibili, ha l’obiettivo di riacquisire una qualità di vita appropriata”, precisa la psichiatra.

 

Come capire se si è ipocondriaci

La diagnosi di ‘ipocondria’, ovvero di sintomi ipocondriaci, la fa lo psichiatra.

I campanelli di allarme nei disturbi d’ansia, quali l’ipocondria/sintomi ipocondriaci, a cui fare attenzione vedono il paziente cambiare comportamento e abitudini/routine nella propria vita al fine di evitare di ammalarsi e quindi contrarre le malattie (messa in atto di comportamenti evitanti). 

Ma come si sente il paziente ipocondriaco? Egli si percepisce come fragile e vulnerabile e in particolare: 

  • a livello fisico, si sente debilitato, sempre affaticato, stanco e privo di forze; 
  • a livello emotivo, sente di non avere controllo sulle proprie emozioni e crede di essere in balia degli eventi, senza controllo alcuno nella gestione della propria vita (confusione mentale, flessione del tono dell’umore, sbalzi di umore, tristezza, irritabilità, apatia ecc.); 
  • ha paura delle malattie e ha il terrore di ammalarsi. Questa sua modalità di percepire la realtà può evolvere in un disturbo d’ansia e/o in un disturbo ossessivo-compulsivo e di ipervigilanza; 
  • talvolta, l’ipocondriaco ha timore anche per la salute dei propri cari (familiari, partner, amici) e potrebbe attivare modalità di controllo (ipervigilanza) anche su di loro; 
  • l’ipocondriaco grave vive uno stato di allarme (ipervigilanza) tanto da sviluppare, se non curato adeguatamente, preoccupazioni ossessive e alla lunga invalidanti (manie di controllo, fobie ecc.) oltre a percepire sensazioni dolorose in vari distretti del corpo (sintomi somatici, per esempio, contratture della muscolatura, dolori crampiformi addominali ecc.). 

Tra i comportamenti tipici del paziente ipocondriaco: 

  • controlla frequentemente il proprio stato di salute (autodiagnosi);
  • ricerca sul web le caratteristiche di una o più patologie in modo assiduo e ossessivo;
  • evita visite mediche, dottori e ospedali, in alcuni casi;
  • al contrario, in altri casi, è un paziente che frequenta assiduamente ospedali e cliniche, prenota spesso visite specialistiche ed esami non richiesti dal medico di base o dallo psichiatra; 
  • potrebbe non accettare diagnosi e terapie. Può avere un comportamento sospettoso e non fiducioso. Può assumere un atteggiamento complottista nei confronti di medici e operatori sanitari in generale; si dice, in questi casi, che è un paziente poco e/o per nulla adattivo.

 

L'aggiornamento dell’ipocondria

Come anticipato, il termine ‘ipocondria’ è stato aggiornato da nuove definizioni presenti nei moderni manuali in uso a livello universitario presso facoltà e scuole di specializzazione che si occupano di salute mentale.

Come detto, quella che un tempo veniva chiamata ‘ipocondria’ dal manuale DSM per la classificazione dei disturbi psichiatrici, oggi nell’ultima edizione aggiornata, la quinta (DSM-5), l’ipocondria viene ricondotta a 2 patologie: 

  • il disturbo d’ansia di malattia (Dam);
  • il disturbo da sintomi somatici, che raggruppa in sé le precedenti definizioni di disturbo di somatizzazione, disturbo somatoforme indifferenziato, disturbo da dolore somatoforme.