Come spiegare al bambino Babbo Natale?

PUBBLICATO IL 16 DICEMBRE 2024

Il Natale rappresenta un tempo che appartiene alla famiglia, da vivere immersi nel desiderio: un tempo in cui si esprime la creatività, sia dei più piccoli sia dei più grandi. Per i bimbi, l’attesa è ancora più magica, grazie a un meraviglioso personaggio con la slitta e le renne: Babbo Natale.

Come raccontare ai bambini la figura di Babbo Natale e come affrontare le prime domande sulla sua esistenza? Lo abbiamo chiesto alla prof.ssa Anna Ogliari, responsabile dell’Unità di Psicologia Clinica dell’Età Evolutiva dell’Ospedale San Raffaele Turro, afferente al Servizio di Psicologia Clinica e Psicoterapia diretto dal Prof. Andrea Fossati.

 

Cosa rappresenta Babbo Natale per i bambini

“La figura di Babbo Natale può rappresentare per i più piccoli la magia e la realizzazione delle aspettative, tratti fondamentali nella crescita e in particolare nell’età infantile. 

Per un bambino in età evolutiva è difficile ragionare attraverso un pensiero logico/pratico e comprendere la ragione scientifica presente verso ciò che succede: il suo cervello è ancora in evoluzione e sviluppo. 

Pertanto, le spiegazioni ai fenomeni possono essere elaborate attraverso il ‘pensiero magico’, un espediente cognitivo eccezionale che i bambini hanno a disposizione per riuscire a vivere in un mondo a misura di adulto, rendendolo più comprensibile e accessibile a sé stessi, che consente loro di trasformare la realtà e di guardarla in altro modo. 

Questo percorso inizia con lo sviluppo, dai 2 anni circa, e arriva fino a circa 8 anni”, spiega la professoressa Ogliari.

 

Quando un bambino inizia a dubitare dell’esistenza di Babbo Natale

È giusto permettere al bambino di vivere la magia del Natale, durante l’età infantile, accompagnandolo nello sviluppo e consapevolezza della comprensione del ‘pensiero magico’. 

Con lo sviluppo, però, il bambino inizia a percepire la realtà e a porsi delle domande sulla reale esistenza di Babbo Natale. Questo avviene solitamente con il confronto con i pari, soprattutto con l’ingresso nell’età scolare, quando il piccolo cresce, i compagni iniziano a insinuare dubbi, porre a loro volta domande e il cervello matura la capacità di pensiero logico

 

Quando e come dire che Babbo Natale non esiste

Condividere con il bambino la non esistenza della figura di Babbo Natale non è mai semplice. Per questomotivo è bene valutare l’età di sviluppo che sta vivendo in quel momento il bambino. 

Durante la scuola primaria il bambino potrebbe iniziare a porsi domande, dettate, come già detto precedentemente, anche dal confronto con i pari. 

“Accogliere le domande e il vissuto del bambino, accompagnandolo in quella che è la scoperta della verità e la disillusione del pensiero magico, è molto importante. Il giorno in cui inizierà a metterne in dubbio l’esistenza, poiché il cervello è maturo per i rapporti di logica e causa-effetto, sarà più facile e automatico contestualizzare l’atmosfera di gioia e festa, comprendendo che questa figura non esiste in carne e ossa” spiega la professoressa Ogliari.

 

“Se fai il cattivo, Babbo Natale non ti porta i regali”, una frase da evitare

Si tratta di una frase spesso utilizzata che però sarebbe meglio non adoperare, perché può portare a un effetto negativo in termini di genitorialità

L’amore del genitore per il proprio figlio, infatti, tende a essere un amore incondizionato: la consapevolezza per il bambino di sentirsi amato per come è, e non per quello che fa, è molto importante, anche per la costruzione di un attaccamento sicuro.

 

Eccesso di doni: perché evitarlo?

Evitare l’eccesso di doni è importante perché: 

  • si corre il rischio che il bambino fatichi ad accettare il ‘no’ come risposta; 
  • è necessario fare in modo che l’atto del regalo non diventi un ‘baratto’, nel quale potrebbe sembrare che l’oggetto materiale venga utilizzato come gesto d’amore. 

È importante, infatti, costruire la tradizione e i doni come un momento di condivisione, con la consapevolezza del rispetto e del valore del ‘regalo’.

È possibile, invece, utilizzare un dono al posto di una comunicazione o un ricordo spiacevole per aiutare il bambino ad accettare e realizzare alcuni particolari e difficili eventi di vita. A questo proposito, è sempre bene cercare di evitare di dire bugie al bambino, cercando di creare un proprio modo e una propria tradizione di vivere le festività, anche se diverse dalle precedenti”, conclude la professoressa Ogliari.

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