Tumore al seno: l’importanza della prevenzione

PUBBLICATO IL 12 LUGLIO 2020

La prevenzione, tramite mammografia ed ecografia, è la prima arma per combattere il tumore alla mammella. Gli esperti del San Raffaele spiegano gli esami da fare in base all’età.

Il tumore al seno rappresenta oggi il 29% dei tumori che riguardano il genere femminile e circa 1 donna su 8 può esserne colpita nell’arco della vita.  Se si considera la frequenza nelle diverse fasce anagrafiche, infatti, questo tipo di patologia risulta sempre quella maggiormente diagnosticata e, in generale, il rischio di sviluppare un tumore alla mammella aumenta con l’età.

Per questo una corretta prevenzione è fondamentale: oltre a seguire uno stile di vita sano, è opportuno differenziare i controlli in accordo con le diverse fasce anagrafiche

Ne parliamo con il dottor Oreste Gentilini, primario dell’Unità di Chirurgia della Mammella e responsabile della Breast Unit del San Raffaele.

I controlli consigliati per età

Già prima dei 30 anni è essenziale imparare a conoscere bene il proprio corpo praticando l’autopalpazione. Si tratta di un test semplicissimo che può eseguire ogni donna dopo l’inizio delle mestruazioni, quando il seno è più valutabile, o in caso di alterazioni rispetto all’aspetto generale della mammella. 

A questo si aggiunge, tra i 30 e i 40 anni, l’importanza di sottoporsi a controlli periodici attraverso un’ecografia mammaria associata ad una consulenza senologica, che tenga conto anche dei fattori di rischio individuali. 

Superati i 40 anni, gli studi scientifici e le linee guida internazionali dimostrano che sottoporsi a una mammografia con regolarità riduce rispettivamente del 20% e del 40% la mortalità per tumore alla mammella.

L’esame andrebbe fatto:

  • ogni anno tra i 40 e i 50 anni; 

  • a cadenza biennale tra i 50 e i 70 anni. 

Nel caso di seni densi o di alterazioni dubbie, è possibile abbinare mammografia e ecografia nella stessa seduta e con il medesimo radiologo. 

La frequenza delle visite e degli esami deve essere comunque concordata con il proprio medico e personalizzata in base al livello di rischio familiare e al tipo di mammella.

Proprio perché l’incidenza del tumore al seno aumenta con l’età, anche dopo i 70 anni è consigliato proseguire il programma di prevenzione, sempre sulla base delle proprie caratteristiche individuali. 

Curare il tumore al seno: tra prevenzione e ricerca

La prevenzione è la prima arma per combattere il tumore alla mammella. Individuarlo precocemente può aumentare, infatti, la possibilità di guarigione e ampliare le opzioni terapeutiche a disposizione per il singolo paziente.

Il miglioramento del tasso di sopravvivenza è dovuto anche allo sviluppo di tecnologie diagnostiche avanzate e di nuove terapie, sempre più mirate ed efficaci. Un esempio sono i nuovi protocolli chemioterapici e radioterapici ad alta precisione o le terapie ormonali che agiscono sui meccanismi molecolari alla base della malattia. 

“Anche la chirurgia ha compiuto notevoli progressi nel tempo, diventando molto meno invasiva e agendo in modo conservativo rispetto a tessuti e organi, la cui asportazione aveva effetti debilitanti non solo a livello fisico, ma anche psicologico. 

L’obiettivo di noi medici è infatti quello di curare il tumore al seno in maniera multidisciplinare, prendendoci cura della persona e del suo benessere psicologico” specifica il dottor Gentilini.

L’impegno del San Raffaele per il tumore al seno

Prendersi cura della salute delle donne è uno degli obiettivi prioritari dell’IRCCS Ospedale San Raffaele. Grazie all’impegno costante degli specialisti dell’Unità di Chirurgia della Mammella e della Breast Unit, entrambe sotto la direzione dal dottor Oreste Gentilini, il San Raffaele è da tempo parte del Network dei Bollini Rosa di Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere) e anche quest’anno parteciperà all’(H) Open Week promosso dalla Fondazione. 

La Breast Unit inoltre, in virtù delle caratteristiche quali-quantitative stabilite dalla normativa nazionale e dalle indicazioni programmatiche regionali, fa parte della rete regionale dei Centri di senologia. 

“La creazione di una Breast Unit al San Raffaele sottolinea ancora una volta lo sforzo che il nostro istituto compie nei confronti dell’implementazione di trattamenti e approcci sempre più multidisciplinari, che contribuiscono senza dubbio al miglioramento delle cure. 

Il nostro team è composto da medici specializzati sulle patologie della mammella (sia nella donna, sia nell’uomo) come chirurghi senologi, chirurghi plastici, oncologi medici, radioterapisti, radiologi a indirizzo senologico e patologi, che lavorano in squadra per costruire un percorso diagnostico e terapeutico personalizzato e unitario” conclude il dottor Gentilini.

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