Tumore al seno: cosa sono prevenzione primaria e secondaria e perché sono importanti
PUBBLICATO IL 14 OTTOBRE 2020
Nel mese di ottobre, dedicato alla prevenzione del tumore al seno, facciamo il punto con gli esperti del San Raffaele per capire cosa sono prevenzione primaria e secondaria e perché entrambi gli approcci così importanti.
Il tumore alla mammella nel nostro paese colpisce ogni anno circa 50.000 persone e rappresenta il cancro più frequente tra le donne. Benché possa colpire anche donne in giovane età, l’incidenza aumenta con il passare degli anni e la maggioranza dei casi viene diagnosticata nelle pazienti over 50.
La sopravvivenza al tumore al seno, anche a lungo termine, è tra le più elevate in ambito oncologico: a 5 anni dalla diagnosi, essa si attesta quasi al 90% grazie al miglioramento delle tecniche diagnostico-terapeutiche e all’attenzione sempre più alta verso la prevenzione e le sue attività.
Nel mese di ottobre, dedicato alla prevenzione del tumore al seno, facciamo il punto con gli esperti dell’IRCCS Ospedale San Raffaele sulla prevenzione primaria del tumore al seno, che interviene sui fattori di rischio, e sulla prevenzione secondaria, ossia la diagnosi precoce .
Le cause
I fattori di rischio non modificabili
Solo il 5-10% di tutti i tumori al seno può essere ricondotto alla presenza di specifiche mutazioni del DNA ereditate da uno dei genitori (come avviene per i geni BRCA1 o BRCA2).
Ciò significa che, in tutti gli altri casi, il tumore insorge a causa di una combinazione tra:
- predisposizione genetica, ancora poco nota;
- l’ambiente e i suoi effetti.
Sicuramente per chi ha una storia familiare caratterizzata dalla presenza del tumore al seno o all’ovaio, che è un fattore di rischio non modificabile, è consigliato consultare un chirurgo senologo per valutare un eventuale approfondimento del rischio genetico e l’eventuale partecipazione a programmi di sorveglianza e intervento dedicati.
I fattori di rischio modificabili
“Tuttavia, essendo l’incidenza di questo tumore così elevata, per prevenirne l’insorgenza, è consigliato per tutti intervenire sui fattori di rischio così detti ‘modificabili’, che riguardano dunque i nostri comportamenti” afferma il Dott. Oreste Gentilini, primario dell’Unità di Chirurgia della Mammella e responsabile della Breast Unit dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.
Che cos’è la prevenzione primaria
“La prevenzione primaria rappresenta il primo strumento che ognuno di noi, nella vita quotidiana, può – e deve – mettere in atto” prosegue il dottore.
Infatti, questa modalità di prevenzione consiste nella modifica di quei comportamenti che possono essere considerati fattori di rischio. Come fare? Seguendo uno stile di vita sano!
Ecco i consigli dell’esperto sul tema:
- evitare il fumo
- bere alcolici con moderazione
- praticare attività sportiva regolarmente
- tenere sotto controllo il peso
- seguire una dieta equilibrata, ricca di alimenti vegetali.
Che cos’è la prevenzione secondaria
La prevenzione secondaria è l’altra forma di prevenzione che riveste un ruolo cruciale nella lotta al tumore al seno. Questa modalità preventiva si traduce nella diagnosi precoce tramite esami che, com’è dimostrato scientificamente, può ridurre la mortalità per tumore alla mammella.
Gli esami per la prevenzione del tumore al seno
“Nelle donne tra i 50 e i 70 anni, la mammografia con cadenza biennale può ridurre la mortalità fino al 40%. Mentre, nelle donne tra i 40 e i 50, sottoporsi a una mammografia annuale può ridurre il tasso di mortalità fino al 20%” spiega il Dott. Pietro Panizza, primario dell’Unità di Radiologia Senologica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.
La mammografia quindi è lo strumento di prevenzione secondaria più adeguato nelle donne dai 40 anni in poi, fino a raggiungere le donne over 70, dove il rischio di insorgenza, aumentando con l’età, è piuttosto elevato. Naturalmente, essa può e deve – in certi casi – essere associata all’ecografia, preferibilmente eseguita dallo stesso radiologo.
La raccomandazione è comunque quella di aderire almeno al programma di Screening Mammografico dell’ATS, che prevede mammografia gratuita, ad invito, ogni anno, nelle 45/49enni e biennale nelle 50/74enni.
“Per le più giovani invece, in assenza di familiarità, non è consigliata la mammografia; è suggerito invece praticare l’autopalpazione, dopo l’inizio delle mestruazioni, quando il seno è più valutabile. Nella fascia 30-40 anni, infine, è consigliabile iniziare a sottoporsi a controlli periodici, supportati dall’ecografia mammaria, con la cadenza suggerita dallo specialista in base alla tipologia del seno e alla storia familiare” conclude il dottore.
Guida alla prevenzione del tumore al seno
Scarica il libretto con i consigli dei nostri esperti per la prevenzione del tumore al seno.