Tumore al collo dell’utero o cervice uterina
Che cos'è
Il cancro della cervice uterina è un tumore maligno e rappresenta la 5a neoplasia per frequenza nelle donne sotto i 50 anni. In più del 50% dei casi la diagnosi avviene in donne con età compresa tra 35 e 45 anni.
La sopravvivenza a 5 anni per tumore del collo dell’utero in Italia è pari al 68%.
Le tipologie
I tumori della cervice uterina si classificano in base al tipo istologico e alla correlazione o meno con infezione da HPV:
- tumori HPV-correlati (95%), tra cui il carcinoma squamocellulare, l’adenocarcinoma e il carcinoma adenosquamoso;
- tumori non HPV-correlati, tra cui troviamo i carcinomi sieroso, a cellule chiare, adenoide-cistico, adenoide-basale, glassy cell e adenocarcinoma di tipo mesonefrico.
I sintomi
Il tumore della cervice uterina in stadio iniziale è spesso asintomatico, per cui è importante eseguire controlli ginecologici negli intervalli di tempo indicati dai programmi di screening nazionali e regionali (come il PAP-test e l’HPV-DNA test), per permettere una diagnosi precoce.
I sintomi più frequenti sono aspecifici, poiché sono comuni a molte malattie dell’apparato genitale:
- sanguinamenti vaginali anomali (al di fuori dal ciclo mestruale o in menopausa);
- perdite vaginali non usuali (per colore, consistenza e odore);
- dolore pelvico;
- dolore o sanguinamento durante i rapporti sessuali.
Nel caso della comparsa di uno dei sintomi sopra elencati è importante effettuare un controllo ginecologico, anche per escludere altre patologie.
I fattori di rischio
Nell’80% dei casi il tumore è correlato all’infezione da Papilloma Virus (HPV). Ci sono diversi ceppi di HPV; quelli che causano l’insorgenza del tumore si definiscono ad alto rischio oncogeno. L’infezione da HPV comporta in un primo stadio lo sviluppo di lesioni pre-neoplastiche e successivamente, se non diagnosticate e trattate, la trasformazione in tumore maligno.
Questa è una condizione necessaria, ma non sufficiente nello sviluppo della neoplasia cervicale; in circa il 99.7% dei carcinomi della cervice si ritrova il DNA del virus.
Altri fattori di rischio per lo sviluppo del tumore sono:
- attività sessuale con partner diversi senza utilizzo di preservativo;
- infezioni vaginali batteriche o virali;
- immunodepressione;
- fumo;
- utilizzo prolungato di contraccettivi orali;
- inizio precoce dell’attività sessuale.
Questi stessi fattori di rischio possono portare alla persistenza dell’infezione dell’HPV e quindi al conseguente sviluppo della neoplasia.
Diagnosi
In presenza di un sospetto clinico, il primo step diagnostico è il PAP-test; l’anatomo patologo andrà a verificare la presenza o meno di aspetti cellulari caratteristici del tumore.
Nel caso in cui il PAP-test evidenziasse la presenza di cellule pre-tumorali o tumorali il percorso diagnostico procede con la colposcopia, che prevede l’utilizzo di un microscopio per individuare le aree del collo dell’utero con lesioni sospette, e una biopsia mirata. L’esecuzione di questo esame è fondamentale per studiare alcune caratteristiche istologiche indispensabili per le successive scelte terapeutiche.
La stadiazione del tumore comprende i seguenti esami diagnostici:
- RMN della pelvi;
- TAC torace – addome con mezzo di contrasto (mdc) o PET Total Body;
- ecografia pelvica ginecologica oncologica.
Cure
La scelta del trattamento per i tumori della cervice uterina viene decisa da un team multidisciplinare composto da ginecologi oncologi, anatomopatologi, radiologi e radioterapisti. Vengono considerati: stadio, tipo istologico, valutazione clinica e strumentale.
Negli stadi iniziali, nelle giovani donne desiderose di prole, si può valutare la possibilità di un trattamento conservativo (Fertility sparing).
Il trattamento del tumore della cervice può essere:
- chirurgico
- conizzazione (l’asportazione di una porzione del collo dell’utero a forma di cono): negli stadi iniziali con significato terapeutico e diagnostico;
- isterectomia radicale (l’asportazione radicale dell’utero): l’incisione della parete addominale (Laparotomia) è la via di accesso più sicura. In casi selezionati è possibile eseguire una chemioterapia neoadiuvante che precede l’intervento chirurgico;
- chemioterapico:
- prima di un intervento chirurgico per ridurre le dimensioni del tumore (neoadiuvante) o dopo l’intervento (adiuvante);
- in associazione alla radioterapia come trattamento esclusivo nelle pazienti non candidabili al trattamento chirurgico;
- negli stadi avanzati di malattia per ridurre i sintomi e migliorare la qualità di vita.
- radioterapico. Esistono 2 tipi principali di radioterapia:
- la radioterapia esterna, nella quale la radiazione arriva da una fonte posta all’esterno del paziente;
- la radioterapia interna o brachiterapia, nella quale la sorgente di radiazioni è posta direttamente a contatto con la malattia per mezzo di una sonda endovaginale;
Screening
I test per lo screening del tumore del collo dell’utero sono:
- il PAP-test: è un esame ambulatoriale in cui si esegue un prelievo sia della parte esterna della cervice sia del canale cervicale e viene eseguito ogni 3 anni alle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni;
- il test per Papilloma virus (HPV-DNA test): recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato che sopra i 30 anni il test per il Papilloma virus (HPV-DNA test) effettuato ogni 5 anni è efficace e sicuro, per cui negli ultimi 2 anni è aumentato il modello basato sul test HPV-DNA rientrando nei nuovi programmi di screening.
Inoltre è importante ricordare come un adeguato stile di vita, una corretta igiene intima ed evitare comportamenti sessuali a rischio siano fondamentali per ridurre il rischio di infezione da HPV.
Associazioni Pazienti
Palinuro – Pazienti Liberi dalle Neoplasie UROteliali
Palinuro vuole essere punto di riferimento per il paziente affetto da carcinoma della vescica e delle vie urinarie (bacinetto renale, uretere e uretra), interpretandone bisogni palesi e latenti. Da un lato questi vengono soddisfatti attraverso ascolto, informazione, sostegno, condivisione, confronto e coinvolgimento attivo; dall’altro vengono amplificati verso il mondo esterno per sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica.
Salute allo Specchio
Salute allo Specchio è una Onlus nata nel 2013 da un’idea di specialisti dell’Ospedale San Raffaele. Si tratta di un progetto dedicato alle pazienti oncologiche che ha l’obiettivo di conciliare eccellenza medica e qualità della cura per favorire il recupero del benessere fisico e psicologico della persona, ritrovando energia, fiducia in se stesse e autostima.