Al San Raffaele una nuova tecnica mininvasiva per la chirurgia della mammella
PUBBLICATO IL 06 GIUGNO 2025
L’Unità di Chirurgia della Mammella dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, diretta dal professor Oreste Gentilini, responsabile Breast Unit dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e associato di Chirurgia Generale presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, introduce una nuova tecnica mininvasiva per la chirurgia del seno, come la mastectomia (asportazione della mammella), che offre alle pazienti un approccio innovativo, preciso e meno traumatico, unendo i vantaggi della laparoscopia e dell’endoscopia.
Come funziona e i vantaggi
La tecnica, già pienamente integrata nella pratica clinica dell’Ospedale, si avvale di:
- dispositivi medici sviluppati e prodotti dall’azienda americana Applied Medical tra cui il cosiddetto Alexis, protettore e retrattore;
- una cupola con un materiale innovativo in gel dotata di 3 accessi (GelPOINT) attraverso cui vengono introdotti gli strumenti chirurgici, inclusa una telecamera ad alta definizione.
Questo consente al chirurgo di eseguire l’intervento con visione diretta su schermo, aumentando la precisione e riducendo il rischio di danneggiare strutture anatomiche importanti.
“La visione endoscopica permette maggiore accuratezza durante l’intervento – spiega il professor Oreste Gentilini –.
Grazie all’uso della telecamera, siamo in grado di riconoscere e preservare meglio un piccolo nervo deputato alla sensibilità del seno che, nella maggior parte degli interventi tradizionali, viene danneggiato, comportando la perdita di sensibilità nella zona operata”.
Oltre alla riduzione della cicatrice, grazie alla piccola incisione necessaria per l’introduzione del dispositivo, la tecnica garantisce un recupero post-operatorio più rapido e meno doloroso per la paziente, migliorando significativamente l’esperienza chirurgica.
L’applicazione anche in ambito ginecologico: il San Raffaele tra i primi ospedali
Attualmente sono pochissimi i centri in Italia a utilizzare questa tecnica avanzata e l’IRCCS Ospedale San Raffaele è tra i primi ad aver adottato il dispositivo anche per interventi ginecologici, come spiega il direttore dell’Unità di Ginecologia e Ostetricia, il professor Massimo Candiani: “È un cambiamento importante tanto nella chirurgia senologica quanto nella chirurgia ginecologica.
Siamo orgogliosi di essere pionieri di questa innovazione, non solo per offrire alle nostre pazienti il miglior trattamento possibile, ma anche per formare i professionisti del futuro in un’ottica di evoluzione continua”.