Cosa sono le miodesopsie o mosche volanti negli occhi

PUBBLICATO IL 02 MAGGIO 2023

Con il termine miodesopsie si intende il sintomo visivo che descrive la percezione, da parte del paziente, di ‘mosche volanti’ (filamenti, puntini o ragnatele) che si intromettono nel campo visivo. Miopia e scarsa idratazione corporea sono le principali ragioni di questo disturbo, che sopraggiunge soprattutto a partire dall’età adulta.

Cosa sono le miodesopsie e perché si manifestano? Esiste un rimedio per ridurne la frequenza o eliminarle del tutto? Lo abbiamo chiesto al Dott. Lorenzo Iuliano, oculista presso l’Unità Operativa di Oculistica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, diretta dal Prof. Francesco Bandello.

 

Cosa sono le miodesopsie e come si manifestano

Le ‘miodesopsie sono un sintomo visivo estremamente diffuso e trasversale a varie fasce di età, tipicamente riferito dal paziente come una visione di ‘mosche volanti’. La percezione del disturbo può essere variegata tra soggetto e soggetto, manifestandosi infatti con una sfaccettata panoramica di sintomi visivi come macchie mobili, ragnatele, capelli, puntini o nuvolette, di diversa dimensione e quantità, che si spostano seguendo il movimento degli occhi e sembrano ‘seguirci’ con il loro movimento. Nonostante le differenze, i sintomi sono tutti riconducibili allo stesso tipo di fenomeno.

 

Da cosa sono causate?

Le miodesopsie sono causate da impurità interne del corpo vitreo. Il corpo vitreo è la sostanza gelatinosa che riempie l’interno del nostro occhio, dietro al cristallino. Va immaginato come una sorta di cuscinetto di gelatina trasparente, perfettamente gonfio nel momento della giovinezza e dell’adolescenza, e che riempie l’occhio nella sua totalità. 

Con il passare degli anni, il vitreo va normalmente incontro ad una graduale perdita di tonicità e compattezza, diventando progressivamente più disomogeneo e irregolare.
Può addirittura capitare che in questo processo di ‘afflosciamento’, il vitreo si possa separare dalla retina, con cui è naturalmente in contatto, dando origine al ‘distacco del vitreo’. La conseguente formazione delle impurità interne del vitreo è responsabile della visione di tutti quei corpuscoli che genericamente vengono chiamati ‘mosche volanti’.

Per questo motivo, benché tutte le fasce anagrafiche possano essere interessate dal fenomeno delle miodesopsie, esse si manifestano più spesso in adulti e anziani, soprattutto quando si mantiene fisso lo sguardo su uno sfondo chiaro o particolarmente luminoso, quale può essere una parete bianca.

Il disturbo può verificarsi anche in buone condizioni di salute generale o oculare, anche se spesso accompagna altre condizioni oculari, tra cui la più frequente è la miopia.

Disidratazione e ‘mosche volanti’

Il corpo vitreo è costituito per la quasi totalità da acqua e per la restante parte da zuccheri complessi (mucopolisaccaridi, tra cui il celebre acido ialuronico), sali e proteine di tipo collagene.
Se la struttura del corpo del vitreo si deteriora, quindi, si assiste ad una fluidificazione della componente gelatinosa che, frammentandosi, comporta la formazione di questa sorta di ‘corpi mobili’. 

È questo il motivo per cui, in questo caso, è fondamentale una corretta idratazione corporea da parte del paziente, intesa come introduzione di liquidi nell’organismo, da non confondere con l’idratazione oculare, che può determinare, se insufficiente, il cosiddetto occhio secco.

 

Come curare le miodesopsie 

In linea generale, quando si iniziano percepire ‘mosche volanti’ o corpi mobili nel proprio campo visivo, è bene svolgere una visita oculistica, soprattutto se si osserva un aumento del loro numero nel corso di poco tempo o se il sintomo è accompagnato da altri disturbi visivi, come lampi o una riduzione del campo visivo.

Non esiste una terapia farmacologica per curare questo disturbo, ma è certamente una buona raccomandazione quella di idratarsi correttamente e sufficientemente, soprattutto dopo sport intensi e nei mesi più caldi. Molto spesso, infatti, già un corretto apporto di liquidi può ridurre la percezione del disturbo. 

Inoltre, il soggetto può fare leva sulla capacità di adattamento dell’apparato visivo: il nostro cervello ha infatti la facoltà di ‘eliminare’ la percezione di alcune impurità visive sfruttando l’altro occhio come meccanismo di compenso. 

La terapia chirurgica, con l’intervento di vitrectomia (che rimuove il vitreo), avrebbe il potenziale teorico di risolvere definitivamente il problema, ma viene riservata a casi estremi e molto specifici, date le sue caratteristiche di invasività.

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