Malattia di Chagas: cos’è e come si trasmette

PUBBLICATO IL 14 APRILE 2023

La malattia di Chagas o tripanosomiasi americana è una malattia infettiva, provocata da un parassita (Trypanosoma cruzi), diffusa in Centro America e Sudamerica, che può danneggiare seriamente il cuore (miocardiopatia chagasica cronica), l’apparato digerente e intestinale (esofago e colon) e, in misura minore, il sistema nervoso centrale. 

Trasmessa soprattutto attraverso il morso di una cimice che vive in Centro e Sud America, la malattia di Chagas è la terza malattia parassitaria al mondo, per la frequenza del contagio: si stima che siano circa 6-7 milioni le persone affette da questa malattia; circa 75 milioni di persone sono a rischio di contagio da T. cruzi (Trypanosoma cruzi). 

La sua scoperta venne fatta nel 1909 dal medico brasiliano Carlos Evandro Chagas, da cui prende il nome. Dal 2019 l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha istituito una Giornata mondiale della malattia di Chagas che ricorre il 14 aprile. Parliamo di questa parassitosi con il dottor Giovanni Gaiera, Infettivologo specialista in Malattie tropicali dell’Ambulatorio di Medicina tropicale, dei viaggi e delle migrazioni dell’Ospedale San Raffaele Turro, ed esperto della malattia di Chagas.

 

Come avviene il contagio

Questa malattia si trasmette soprattutto attraverso la puntura di alcuni insetti: cimici di grosse dimensioni che si nutrono di sangue - conosciute con il nome di Kissing Bugs o Vinchucas nei paesi di lingua castigliana o Barbeiros in Brasile - le quali trasportano nel loro intestino un protozoo, il Trypanosoma cruzi (T. cruzi)

Come spiega l’esperto di malattie tropicali: “Il contagio avviene nella maggior parte dei casi attraverso la deposizione sulla cute di un piccolo quantitativo di feci emesso dalla cimice mentre punge o immediatamente dopo: in particolar modo la puntura, che avviene di notte soprattutto sulla pelle del viso o più raramente in altre parti del corpo lasciate scoperte, causa prurito. Il grattarsi la ferita così come anche il toccarsi bocca e occhi con mani sporche di tracce di feci aiuta a diffondere le feci dell’insetto contenenti il parassita sulla pelle”. 

Oltre alla puntura degli insetti, le altre modalità di contagio della malattia di Chagas sono le seguenti:

  • la trasmissione di sangue infetto tra 2 soggetti: attraverso una trasfusione di sangue o contatto con sangue/mucose o passaggio di siringhe tra tossicodipendenti o il trapianto di organi;
  • in gravidanza o durante il parto, quando il sangue passa da una madre affetta da malattia di Chagas al feto (contagio verticale);
  • l’ingestione di cibi o bevande contaminati.

La malattia di Chagas è presente in minima parte anche in Europa e in Italia, i motivi di questa presenza sono principalmente 2:

  • a causa dei flussi migratori dall’America Latina verso Stati Uniti ed Europa, in particolare Spagna e Italia;
  • a causa del flusso turistico verso il Messico, il Centro America, il Sud America. 

Come approfondisce l’esperto: “Pur se nella stragrande maggioranza dei casi gli episodi di contagio sono limitati all’America Centrale e Meridionale e sono dovuti alla modalità di trasmissione via insetto vettore, è stato diagnosticato un numero non trascurabile di casi tra gli immigrati dall’America Latina in Europa e nell’America del Nord e tra chi ha ricevuto trasfusioni o trapianti d’organo da soggetti infetti (che non sapevano di esserlo) o tra i figli di donne infette originarie di aree endemiche.

I rigidi controlli ospedalieri in Italia sui donatori di sangue o donatori di organi escludono la presenza sul territorio italiano di sangue contaminato da T. cruzi, responsabile della malattia di Chagas”, spiega il dottor Gaiera. 

I donatori di sangue al ritorno dai viaggi in Messico, Centro America, Sud America (zone endemiche di T. cruzi) dovranno astenersi dalla donazione per 3 mesi: dopo aver osservato il periodo di sospensione prescritto al fine di escludere un eventuale contagio, dovranno eseguire il test sierologico per la ricerca di anticorpi nel sangue anti T. cruzi.

Esistono rari casi di trasmissione della malattia di Chagas da street food: il viaggiatore in Sudamerica dovrà fare particolare attenzione a non consumare bevande non sigillate (come le tipiche bibite a base di succo di canna da zucchero) e/o alimenti esposti all’aria senza adeguata protezione.

 

Le fasi della malattia e i sintomi corrispondenti

Può essere una malattia asintomatica per anni. L’assenza di sintomi può portare le persone infette a trascurare esami e terapie necessarie per la cura della malattia di Chagas; questa patologia se non curata può portare anche a morte del paziente tanto nella fase acuta (nelle settimane dopo l’infezione) quanto soprattutto nella fase cronica con interessamento principalmente cardiaco. 

Come spiega il medico “Si può manifestare in 3 forme anche dette fasi, alle quali corrisponde la presenza o meno di sintomi: 

  1. acuta: può essere sintomatica o asintomatica: se sintomatica si presenta solitamente come infezione a livello cardiaco (miocardite) o più frequentemente nei bambini come infezione delle meningi e dell’encefalo (meningoencefalite);
  2. indeterminata cronica (anche detta di latenza): non sono presenti sintomi, ma solo la sierologia positiva per T. cruzi;
  3. cronica: con danni più frequenti al cuore (cardiopatia dilatativa, aritmia/aritmie ventricolari complesse, aneurisma dell’apice ventricolare del cuore, tromboembolia, disfunzione ventricolare con insufficienza cardiaca e morte improvvisa) e meno frequenti a esofago e colon (dilatazione di questi tratti dell’apparato gastroenterico) e ancora più rari al sistema nervoso centrale (demenza, paresi)”.

 

Diagnosi

Gli esami utili alla diagnosi della malattia di Chagas e alla verifica della funzionalità dei 3 principali organi colpiti (cuore, esofago, colon) sono:

  • 2 test differenti per la ricerca nel sangue degli anticorpi anti-T. cruzi;
  • elettrocardiogramma ed ecocardiogramma in caso di patologia cardiaca (aritmie e cardiomiopatia cronica);
  • TC (TAC) addominale ed esofagogastroduodenoscopia e colonscopia in caso di sospetto interessamento dell’apparato digerente (megaesofago o magacolon).

E’ possibile, inoltre, effettuare screening pre concepimento/prenatale/neonatale nella donna e nella coppia di futuri genitori in cerca di un bambino.

Qualora la patologia venisse diagnosticata il medico esperto in malattie tropicali si concentrerà sulla verifica della funzionalità dei 3 principali organi colpiti dalla malattia di Chagas: “Mentre nella malattia di Chagas in fase 1 (acuta) e in fase 3 (cronica) l’organo che risente maggiormente è il cuore, seguito per frequenza nella fase cronica da esofago e colon, nella fase 2 (indeterminata) il paziente è asintomatico e risulta solo positivo a livello del sangue per gli anticorpi contro il T. cruzi”, spiega il dottor Gaiera. 

 

Tempi di incubazione e durata della malattia

I tempi di incubazione di questa malattia tropicale possono differire a seconda della modalità di contagio. Come specificato dall’esperto: 

  • Contagio da puntura di insetto: "Ha un tempo di incubazione di circa 1 o 2 settimane; in questo caso può comparire un nodulo/ponfo rosso nell’area dove vi è stata la puntura. Dopo il periodo di incubazione nella maggior parte dei casi compare una febbre elevata, che può durare alcuni giorni, e solitamente si presentano sintomi e segni di sofferenza cardiaca, ma può restare anche asintomatica per anni (anche 10-20 anni)";
  • Contagio mediante sangue e/o trapianto d’organo: “L’incubazione della malattia di Chagas è più breve. Se presente, la sintomatologia è sovrapponibile a quella della fase acuta dopo puntura di insetto.  

Scomparsi questi sintomi  - continua lo specialista - la malattia può restare silente tutta la vita, si parla in questo caso di malattia di Chagas in fase indeterminata o di latenza, o dopo decenni può divenire cronica: questo si verifica nel 30-35% delle persone contagiate”.

 

Come prevenire 

Contro la malattia di Chagas non esiste un vaccino
Durante i viaggi in Sudamerica l’unica forma di prevenzione è quella di evitare di farsi pungere dalle cimici, evitando di dormire in case tipiche di campagna fatte di fango e paglia e cospargendo le parti del corpo scoperte e/o anche i vestiti e valigie/zaini con sostanze repellenti per insetti (spray o lozioni topiche), procedendo a disinfestazione periodica di abitazioni e aree di lavoro e lavando spesso le mani (acqua e sapone e soluzioni idroalcoliche), evitando di toccare viso, occhi e bocca. È inoltre consigliato evitare l’ingestione di cibi e bevande potenzialmente contaminate e il contatto con sangue/mucose (utilizzando dispositivi di protezione individuale e profilattici).

 

Terapia farmacologica

Come sottolinea l’esperto: “Il benznidazolo e il nifurtimox sono i  2 soli farmaci antiparassitari che si sono dimostrati efficaci contro il T. cruzi; fino a 20 anni fa si utilizzavano solo per il trattamento della fase acuta o congenita (ereditata dai genitori) della malattia di Chagas, mentre da pochi anni vengono impiegati anche per evitare la possibile evoluzione della malattia dalla fase indeterminata alla fase cronica.      
Questi 2 farmaci non hanno invece dimostrato alcuna efficacia quando si è sviluppata la fase cronica cardiaca, intestinale o a livello del sistema nervoso centrale: in questi casi il trattamento è solo sintomatico (cura cioè solo i sintomi, ma non può curare o debellare la patologia) - continua  l’esperto -. I 2 farmaci antiparassitari citati non sono attualmente in commercio in Italia e sono difficilmente reperibili anche a livello internazionale, ma ad oggi sono quelli utilizzati nella terapia di questa patologia”.

Il medico di Medicina tropicale avverte: “Infine, occorre non sottovalutare gli importanti effetti collaterali di questi antiparassitari per uso orale, specie quelli del nifurtimox (farmaco antiparassitario chemioterapico): entrambi questi farmaci sono peraltro controindicati durante la gravidanza a causa del passaggio del farmaco da madre a feto”.

Ad alcune tipologie di pazienti viene chiesto di porre particolare attenzione nella scelta della meta del viaggio evitando le aree endemiche della malattia di Chagas o viaggiando in quelle aree, ma ponendo estrema attenzione alle norme comportamentali per la prevenzione della puntura da cimice: 

  • donne che sono in cerca di una gravidanza o sono già in gestazione;
  • pazienti con insufficienza renale o epatica;
  • pazienti immunocompromessi e con Aids, e in altri casi specifici che il medico comunicherà al paziente prima del viaggio verso mete tropicali.

“Non disponendo a tutt’oggi di una terapia efficace in tutte le fasi della malattia di Chagas e ben tollerata, rivestono ancor più importanza tutti gli interventi di prevenzione già citati, tanto in caso di infezione via vettore quanto in caso di trasmissione attraverso sangue, trapianti d’organo e alimenti contaminati”, conclude il dottor Gaiera.

Cura e Prevenzione