Giovani e alcol: quali sono i rischi, i danni e come intervenire?
PUBBLICATO IL 19 APRILE 2023
Tra i 12 e i 25 anni, nel cervello avvengono le modificazioni anatomiche e funzionali che favoriscono la maturazione emotiva, cognitiva e comportamentale dell’individuo. Allo stesso tempo, però, per l’adolescente l’attrazione per la tempesta di piacere scatenata da esperienze nuove, come quella di bere alcolici, supera la valutazione dei rischi.
Quali sono le dimensioni del problema, perché è importante riconoscerlo sul nascere e come intervenire per affrontarlo? Lo abbiamo chiesto alle dottoresse Federica Invernizzi, medico epatologo, Responsabile Epatologia Ambulatoriale dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, e Mariagrazia Movalli, medico specialista in Psicologia Clinica, Responsabile Unità Funzionale Alcoldipendenze dell’Ospedale San Raffaele Turro.
Il consumo di alcolici tra i giovani, un comportamento sempre più diffuso
Mentre l’individuo adulto può comprendere meglio i messaggi che propongono stili di vita e di consumo sani e responsabili, gli slogan spesso utilizzati per la sensibilizzazione al problema dell’alcol sono meno efficaci sul target adolescenziale e giovanile. Il famoso ‘bevi responsabilmente’, per esempio, ha una scarsa rilevanza comunicativa, soprattutto se rivolto a una fascia di età in cui si è più vulnerabili all’emulazione di stili di vita e non sono ancora mature le strutture e le connessioni neurali che sottendono il senso di responsabilità.
Che quello dell'alcol sia un problema serio e per il quale è imperativo fare qualcosa lo dicono oggettivamente i dati ISTAT 2022 sul consumo in Italia: nel 2020, il 49,4% dei ragazzi e il 44,4% delle ragazze di età compresa tra 11 e 25 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica nel corso dell’anno.
Sono aumentate del 19,7% le femmine tra i 21 e 25 anni che hanno consumato alcolici lontano dai pasti e del 40,5% le binge drinker (comportamento d’abuso di alcol consistente nel bere almeno 5 drink nell’arco di poche ore). I binge drinker tra gli 11 e i 25 anni sono quasi 1 milione.
Perché gli adolescenti sono attratti dalle nuove esperienze
Oggi, è noto che il processo maturativo delle strutture neurali presenta un certo squilibrio durante gli anni dell’adolescenza: le strutture profonde che spingono verso l’esplorazione della novità, la sperimentazione del piacere e l’assunzione di rischi attraverso un funzionamento di tipo impulsivo (strutture limbiche) si sviluppano prima rispetto a quelle ‘più riflessive’ ed evolute deputate alla regolazione delle emozioni, alla valutazione e al controllo inibitorio del comportamento (corteccia prefrontale), che si sviluppano in ritardo.
Le conseguenze fisiche legate al consumo di alcol nei giovani
L’alcol agisce sui meccanismi cerebrali di ricompensa, generando una sensazione di piacere che induce l’individuo a sperimentare nuovamente e ripetutamente l’esperienza. Gradualmente, ci si abitua e si prova meno effetto; per provare il piacere dell’ebbrezza si aumentano le dosi, segnale della naturale risposta biologica che chiamiamo ‘tolleranza’.
Nel tempo, così, si finisce col bere sempre più spesso, per dare senso alla serata, essere a proprio agio, potersi divertire o fronteggiare semplicemente la situazione. In poche parole, si inizia a diventare dipendenti dall’alcol. E un cervello immaturo, in questo senso, è molto più vulnerabile.
Gli effetti del binge drinking nei giovani
Il fenomeno più diffuso tra i giovani, del quale è noto negli ultimi anni l’effetto nocivo sulla salute, è il binge drinking, letteralmente ‘abbuffata di alcolici’, con un rischio altissimo di intossicazione alcolica acuta che nei casi più gravi può condurre al coma etilico e alla morte.
Poiché i giovani non hanno capacità di metabolizzare l’alcol come gli adulti, inoltre, l’abuso alcolico danneggia i neuroni dell’ippocampo, zona cruciale per la memoria. Infatti, sono sufficienti 2-3 mesi di binge drinking nei fine settimana per avere una riduzione del 10-20% della memoria e della capacità di orientarsi.
Sempre da un punto di vista neurologico sono in aumento:
- i casi di ictus;
- danni a lungo termine sugli organi interni (fegato, cuore, vasi...);
- i rischi oncologici.
Ma la salute dei giovani può essere messa a rischio anche a causa di comportamenti alterati dall’alcol che li espongono a essere vittime/artefici di incidenti stradali o atti violenti.
Alcol e disagio: come accorgersene precocemente
A volte il consumo di alcol si associa ad altre manifestazioni di disagio psichico e/o ad altri disturbi comportamentali, che possono essere primari o secondari rispetto all’abuso alcolico.
Bere può essere una sorta di “strategia di automedicazione”, messa in atto dall’adolescente o dal giovane adulto nel tentativo di celare o attenuare una risposta soggettiva di insicurezza e ansia di fronte alle sfide evolutive (relazionali, prestazionali, sociali).
Abusare di alcol, inoltre, può contribuire a dare origine a condotte impulsive o autolesive, facilitare l’uso di stupefacenti, disinibire o portare ad una emotività disregolata, compromettendo i propri risultati dal punto di vista del rendimento scolastico e lavorativo.
È quindi utile intercettare tempestivamente i segnali premonitori e diagnosticare:
- tratti personologici disfunzionali, come l’elevata impulsività e la scarsa capacità di modulare le emozioni;
- disturbi che espongono l’individuo al maggior rischio di sviluppare un rapporto problematico con l’alcol.
I sintomi del disturbo da uso di alcol
Oggi parliamo di Disturbo da Uso di Alcol quando sono riconoscibili alcuni elementi che lo costituiscono, tra i quali i più significativi sono:
- la ripetuta perdita di controllo sulla quantità di bevanda alcolica assunta;
- il desiderio intenso e talvolta irrefrenabile di bere (cosiddetto ‘craving’);
- la tolleranza alla bevanda;
- la perdita di funzionamento in aree importanti della vita a causa dell’alcol.
Qual è il trattamento di questo disturbo
Sul piano del trattamento è utile proporre modelli di intervento multidisciplinari, che tengano presente anzitutto dei bisogni dell’adolescente e del giovane adulto di appartenere a un gruppo di pari, dal quale possano sentirsi accolti e nel cui contesto sperimentare il confronto coi propri simili.
Oltre all’informazione sugli effetti dell’alcol e delle sostanze e sulle conseguenze del consumo finalizzati a generare consapevolezza, in questi modelli di cura il focus è l’apprendimento di una gestione emotiva più adeguata a:
- perseguimento dei propri obiettivi;
- controllo degli impulsi;
- riduzione del disagio relazionale.
Si apprendono così comportamenti più funzionali modificando quelli più disfunzionali, impulsivi e nocivi.
Affiancata all’intervento psicologico e psicoeducativo, la valutazione psichiatrica permette di rilevare i sintomi di disturbi da uso di alcol e di sostanze, quanto di altri disturbi psichiatrici, e intervenire per interrompere pericolose traiettorie psicopatologiche che, lasciate a sé, possono unicamente tendere a cronicizzarsi.
Con questo spirito, il Servizio per le Alcoldipendenze, che opera da decenni presso San Raffaele Turro, accoglie e tratta soggetti adulti. Negli anni ha però sviluppato anche strategie di cura sempre più idonee al trattamento e all’intervento precoce, dedicandosi anche ad un’utenza più giovane e sfaccettata, con diversi livelli di gravità e complessità.