Quarantena e isolamento per Covid: cosa sono, quanto durano e come funzionano

PUBBLICATO IL 27 OTTOBRE 2020

*(pagina aggiornata il 13 gennaio 2022)

Le domande di chi risulta positivo con sintomi o asintomatico oppure è entrato a contatto con un caso accertato di Covid-19 sono molte, ma le risposte spesso confuse. Vediamo insieme come comportarci 

Con il ritorno dei contagi e la difficoltà delle regioni a tracciare la diffusione dell’epidemia, uno degli aspetti cruciali per il controllo di quest’ultima è quello della corretta gestione di isolamento e quarantena per le persone infette o potenzialmente contagiate.

Sulla base delle nuove evidenze scientifiche ed epidemiologiche e sulle indicazioni degli organismi internazionali, il Ministero della Salute italiano pochi giorni fa ha modificato le regole che i cittadini devono seguire in caso di contagio o di contatti stretti con persone positive. Ha inoltre chiarito alcuni dubbi sulla diversa gestione di sintomatici e asintomatici. 

Isolamento e quarantena: differenza 

Nella circolare del Ministero viene chiarita prima di tutto la differenza tra quarantena e isolamento fiduciario, spesso usati erroneamente come sinonimi poiché fanno riferimento a due condizioni diverse. Vediamole nello specifico.

Che cos’è a la quarantena per Covid

La quarantena interessa le persone sane che sono venute a contatto con un positivo e potrebbero essere potenzialmente esposte al rischio infettivo. 

Le nuove norme sulla quarantena per le persone che hanno avuto un contatto stretto con un positivo variano a seconda se:

  • si è vaccinati con ciclo vaccinale 'primario' ( prima e seconda dose);
  • si è vaccinati con dose booster o terza dose;
  • non si è vaccinati.

L’obiettivo è monitorare i sintomi e assicurare l’identificazione precoce dei casi.

L’isolamento per Covid 

L’isolamento fiduciario riguarda i casi accertati di Covid-19 (positivi al tampone), che devono separarsi dalla comunità ed evitare in tutti i modi la trasmissione dell’infezione. 

Il periodo di contagiosità può essere diverso a seconda della presenza o meno dei sintomi Covid e la durata dell’isolamento può quindi cambiare

Vediamo insieme quali sono le tempistiche corrette e le procedure da seguire in caso di isolamento e quarantena.

Isolamento: cosa fare con tampone positivo e sintomi

Coloro che presentano i sintomi da Covid-19 e risultano positivi al tampone, per rientrare in comunità dopo l’isolamento devono:

  • aspettare almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi;
  •  aver effettuato un test molecolare (tampone classico) con esito negativo dopo almeno 3 giorni senza sintomi

Non vengono presi in considerazione, come sintomi, la perdita di olfatto (anosmia) e la perdita di gusto (ageusia) perché possono avere una persistenza prolungata nel tempo.

Per la Certificazione di avvenuta guarigione sono al momento esclusi:

  • autotest rapidi;
  • test antigenici rapidi su saliva;
  • test sierologici.

Isolamento: cosa fare con tampone positivo e assenza di sintomi

Gli asintomatici con tampone positivo possono rientrare alla propria vita sociale solo dopo:

  • un periodo di isolamento fiduciario di almeno 10 giorni dalla positivizzazione;
  •  in seguito a un ulteriore tampone con risultato negativo.

Se vaccinati con 3 dosi ('dose booster') o con 2 dosi da meno di 120 giorni, l’isolamento è ridotto a 7 giorni, purché:

  • siano sempre stati asintomatici;
  • risultino asintomatici da almeno 3 giorni;
  • risulti eseguito un test molecolare o antigenico rapido negativo.

Cosa fare se il tampone non si negativizza

Possono verificarsi situazioni in cui gli asintomatici e coloro che non presentano più sintomatologia rimangano positivi per lungo tempo. In questo caso, e a seconda delle caratteristiche dei singoli, è necessario consultarsi con gli esperti per valutare la possibilità di interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi. 

Questo perché gli ultimi studi hanno mostrato che la quantità di carica virale in naso e gola si abbassa significativamente subito dopo lo sviluppo dei sintomi e che la durata effettiva dell’infettività non è solitamente più lunga di 10 giorni dall’inizio dei sintomi. 

Cosa fare per riottenere il Green Pass per i guariti di Covid-19

Dati i numeri in forte aumento dei contagi, da inizio gennaio il Ministero della Salute ha modificato la procedura per riottenere l’attivazione della certificazione verde a seguito della malattia.

Il tampone positivo (eseguito in farmacia, nelle Asl o in ospedale), sospende automaticamente la certificazione verde. Prima di gennaio, le persone che hanno contratto l’infezione e si sono negativizzate dovevano passare dal proprio medico di base per l’inserimento, sulla piattaforma nazionale, dell’attestato di avvenuta guarigione.

Nelle ultime settimane, dal 6 gennaio 2022, invece, la procedura per riottenere il Green Pass è diventata più snella. L’esito del tampone negativo viene inserito direttamente nel sistema (piattaforma nazionale, app Immuni e app IO) e il cambio di condizione, da positivo a negativo, avviene in tempo reale.

Si ricorda che lo 'sblocco' in questione riguarda esclusivamente il Green Pass di cui si era già in possesso. Per il nuovo Super Green Pass ottenuto con la guarigione da Covid-19 (dal 1° febbraio 2022 della durata di 6 mesi) serve il certificato di guarigione del medico di base o della Asl.

Quando si applica l’auto-sorveglianza in caso di contatto accertato di Covid-19

In caso di contatto con un caso accertato di Covid-19, la quarantena preventiva non si applica alle persone che:

  • hanno completato il ciclo vaccinale primario (2 dosi) da 120 giorni o meno;
  • sono guarite dal Covid-19 da 120 giorni o meno;
  • hanno ricevuto il richiamo aggiuntivo ('terza dose' o 'dose booster').

A tutte queste categorie si applica un periodo di auto-sorveglianza della durata di 10 giorni dalla data successiva all’ultima esposizione al soggetto positivo Covid-19, con obbligo di indossare la mascherina FFP2.

Se compaiono sintomi, è necessario effettuare subito un test antigenico rapido o molecolare e, se i sintomi persistono, un secondo test al quinto giorno dall’esposizione al contatto stretto positivo. Per la cessazione della quarantena è comunque necessario inviare alla Asl di riferimento l’esito negativo di un tampone molecolare o antigenico rapido.

Quarantena preventiva: cosa fare se si è stati a contatto con un caso accertato di Covid-19

Ai soggetti asintomatici che hanno completato il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni si applica una quarantena di 5 giorni, con obbligo di effettuare un test molecolare o antigenico negativo al quinto giorno.

La quarantena di 10 giorni, con obbligo di test molecolare o antigenico con esito negativo, rimane invece per i soggetti che:

  • non sono vaccinati;
  • non hanno completato il ciclo vaccinale primario;
  • hanno completato il ciclo vaccinale primario da meno di 14 giorni.

Per la cessazione del periodo di auto-sorveglianza e di quarantena è comunque necessario inviare alla Asl di riferimento l’esito negativo di un tampone molecolare o antigenico rapido.

Cura e Prevenzione