Malattie Rare

Lipodistrofia totale

Cos’è

Le lipodistrofie sono un gruppo di malattie metaboliche rare contraddistinte da anomalie del tessuto adiposo, perdita generalizzata o parziale del grasso corporeo, alterazioni del metabolismo glucidico e lipidico, importante resistenza all'insulina endogena ed esogena e disordini immunologici. Queste malattie si differenziano tra loro per la distribuzione anatomica del tessuto distrofico e per il grado di interessamento sistemico. 

Le lipodistrofie si possono classificare in tre gruppi principali: totali, parziali e localizzate.

Come si riconosce la lipodistrofia totale (anche detta generalizzata)

La lipodistrofia generalizzata è una malattia rara che,  in base all'età di presentazione e al tipo di trasmissione ereditaria, si può classificare in:

  • congenita;
  • acquisita.

La forma congenita

La forma congenita di lipodistrofia totale o generalizzata (LGC), o sindrome di Lawrence-Seip, ha trasmissione autosomica recessiva e si manifesta nei primi due anni di vita. La diagnosi si basa su:

  • perdita del grasso corporeo;
  • ipertrofia muscolare; 
  • acantosi nigricans;
  •  irsutismo;
  • steatosi epatica con epatomegalia;
  • iperlipidemia e iperglicemia con insulino-resistenza. 

Sono state individuate 2 forme molecolarmente distinte di LGC: il tipo 1 e il tipo 2.

LGC di tipo 1

In pazienti di gruppi familiari diversi in cui la lipodistrofia era stata associata al cromosoma 9q34, la tecnica di clonaggio posizionale ha permesso di individuare mutazioni nel gene per l'1-acilglicerolo-3-fosfato O-aciltransferasi 2 (AGPAT2)

Le 5 isoforme attualmente conosciute di AGPAT catalizzano reazioni stereospecifiche di acilazione in posizione 2 del glicerolo-3-fosfato durante la biosintesi di trigliceridi e fosfolipidi. L'espressione dell' AGPAT2 è due volte quella dell' AGPAT1 nel tessuto adiposo omentale, ma risulta inferiore a questa nel fegato e soprattutto nel muscolo scheletrico; questi dati suggeriscono che l'AGPAT2 mutato possa causare la lipodistrofia riducendo la sintesi dei trigliceridi nel tessuto adiposo e generando di conseguenza adipociti poveri di trigliceridi, oppure riducendo la biodisponibilità di acido fosfatidico e fosfolipidi che hanno un ruolo importante nella comunicazione intercellulare e nelle funzioni di membrana.

I malati mancano di tessuto adiposo metabolicamente attivo nella maggior parte delle regioni sottocutanee, addominali, intratoraciche e midollari; mentre si mostra conservato il tessuto adiposo con funzione di protezione meccanica localizzato nelle articolazioni, regioni palmari e plantari, scalpo, perineo, vulva e spazio pericapsulare renale. 

Il risparmio del tessuto adiposo meccanico nei pazienti con mutazioni dell'AGPAT2 potrebbe essere dovuto a una aumentata espressione di altre isoforme di AGPAT in queste sedi. 

LGC di tipo 2

In pazienti di vari pedigree consanguinei di origine libanese e norvegese, in cui era stata individuata una associazione col cromosoma 11q13, Magre e collaboratori hanno accertato mutazioni nel gene seipin. Questo gene codifica per una proteina di 398 aminoacidi con funzione sconosciuta e perciò rimane oscuro il meccanismo alla base della lipodistrofia.

In ogni caso il fatto che nei malati l'espressione dell'm RNA seipin sia elevata nel cervello e bassa nel tessuto adiposo depone per un coinvolgimento del sistema nervoso centrale. Pazienti con mutazioni seipin hanno una maggior prevalenza di modesto ritardo mentale e cardiomiopatia ipertrofica rispetto a quelli con mutazioni a carico dell'AGPAT e sono privi anche del tessuto adiposo con funzione meccanica. 

Alcuni pazienti con LGC (meno del 20 percento) non hanno né mutazioni né associazioni con i geni AGPAT2 o seipin ed è perciò probabile che in questi casi siano interessati altri loci o vie biochimiche.

La forma acquisita

La patogenesi della forma acquisita sembra implicare la distruzione autoimmune del tessuto adiposo a cui consegue una sindrome anabolica con diabete insulino-resistente. Quando la perdita di tessuto adiposo diventa generalizzata la malattia ricorda la forma congenita, anche se le alterazioni anaboliche tendono a essere meno spiccate.

Medici referenti

Dott. Giuseppe Ancona