Embriofetopatia rubeolica
Cos'è
L’embriofetopatia rubeolica è la combinazione di più quadri malformativi che si instaurano in utero per il passaggio transplacentare del virus della rosolia (sindrome da rosolia congenita). Il rischio di infezione fetale è maggiore durante il primo trimestre di gravidanza.
L’introduzione della vaccinazione ha drasticamente ridotto l’incidenza di tale patologia; tuttavia, esistono casi ancora documentabili e l’incidenza stimata è di circa 0,1 caso / 10.000 nati (dati Istituto Superiore Sanità).
Come si manifesta
L’infezione rubeolica durante la gravidanza non crea particolari problemi alla gestante, ma determina nel feto difetti neonatali multipli tra cui:
- sordità neurosensoriale;
- cataratta congenita;
- microftalmia;
- lesioni cardiache.
I danni encefalici si verificano solitamente in caso di infezione tra la terza e la sedicesima settimana di gravidanza e comprendono:
- microcefalia con ritardo mentale da lieve a grave;
- diplegia spastica;
- prematurità;
- basso peso alla nascita.
Il neonato può inoltre presentare sin dalla nascita una meningo-encefalite rubeolica.
Come si diagnostica
La diagnosi è facile se esiste notizia dell’avvenuto contatto materno con soggetti affetti da rosolia. La diagnosi va sospettata sulla base del quadro clinico-malformativo documentato in utero o alla nascita nel caso non esista un criterio anamnestico positivo.
Se la donna gravida viene in contatto con il paziente infetto, va effettuata una accurata valutazione e diagnosi prenatale. Se la donna non è stata vaccinata di recente, l'infezione primaria da virus della rosolia è sicura in caso di:
- incremento dei livelli di IgG anti rosolia nel sangue materno o sieroconversione con riscontro di IgM sopra la soglia di positività;
- bassa avidità delle stesse IgG anti rosolia;
- identificazione delle IgM nel sangue del feto;
- identificazione del virus nel liquido amniotico per amplificazione genica;
- presenza di IgM specifiche nel sangue del neonato o in altri campioni prelevati dal feto/neonato.
In caso di diagnosi prenatale positiva, la sindrome completa da rosolia congenita è comune quando l'infezione materna si è verificata durante i primi 2 mesi di gestazione. Fino alla dodicesima settimana di gravidanza, circa l'80% dei feti esposti risultano affetti, mentre tra la dodicesima e la sedicesima settimana risulta affetta circa la metà dei feti esposti.
Nel corso di quest'ultimo periodo di gestazione, la sordità è la più comune anomalia riscontrata; sembra che gli altri difetti e il ritardo di crescita si verifichino solo in seguito all'esposizione durante il primo trimestre. Le anomalie congenite e il ritardo di crescita sono rare dopo la sedicesima settimana di gravidanza.
Come si cura
Purtroppo, i danni che si sono instaurati a seguito dell’infezione da rosolia durante la vita fetale sono irreversibili; per questo è fondamentale la prevenzione, cioè il mantenimento di elevati tassi di protezione vaccinale, rispettando rigorosamente le indicazioni ministeriali sull’argomento e recuperando alla vaccinazione tutte le donne in età fertile che non ricordino di aver contratto la rosolia e che non siano state vaccinate in età infantile.
Una volta instauratisi i danni tipici della sindrome rubeolica, la terapia è di supporto per minimizzare i deficit somatici, intellettivi o cardiaci manifestati.
Contatti
E-mail: barera.graziano@hsr.it
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