Malattie Rare

Difetti ereditari della coagulazione

Cosa sono

Si tratta di patologie a carattere ereditario, caratterizzate da anomalie qualitative o quantitative di proteine coinvolte nel processo di coagulazione del sangue. Questi difetti, a seconda della proteina considerata, possono implicare:

  • una diatesi emorragica, quindi un aumento del rischio di sviluppare emorragie spontanee,
  • una trombofilia con conseguente aumento del rischio di formazione di trombi

I difetti ereditari della coagulazione, che più frequentemente comportano un aumentato rischio di sanguinamento, sono le carenze di:

  • fattore di von Willebrand, che comporta generalmente una riduzione dei livelli circolanti di fattore VIII, ma che può anche essere di natura qualitativa e non quantitativa;
  • fattore VIII (emofilia A);
  • fattore IX (emofilia B).

Più rare sono le carenze, quantitative e qualitative, di:

  • fattore XI (emofilia C);
  • fattore VII;
  • fattore V;
  • fattore X;
  • fattore XIII;
  • fattore II;
  • fibrinogeno;
  • antiplasmina.

Possono anche aversi carenza combinate di più fattori come, ad esempio, nel caso della carenza di fattore V e VIII.

Il difetto è più spesso trasmesso con meccanismo autosomico dominante (di solito uno dei genitori trasmette la malattia al 50% dei figli), con l’eccezione delle emofilie A e B, malattie legate al cromosoma X, che colpiscono i soli maschi, mentre le femmine risultano essere portatrici sane o tutt’al più affette da menorragia (flusso mestruale abbondante) di lieve entità in età fertile.

Come si riconoscono

Le persone affette possono soffrire di manifestazioni emorragiche spontanee o a seguito di traumi lievi a livello di:

  • cute (lividi, petecchie);
  • mucose (rino- e gengivorragie, ematuria, melena, meno- metrorragia);
  • muscoli (ematomi);
  • articolazioni (emartri);
  • cervello (emorragia cerebrale).

Oppure, nel caso della trombofilia, le persone possono manifestare episodi trombotici spontanei in età precoce, generalmente a livello venoso (trombosi venosa profonda degli arti, trombosi venose in sedi inusuali, embolia polmonare), spesso con tendenza alla recidiva. Le forme più gravi possono causare trombosi del microcircolo di vari organi addirittura in epoca neonatale (purpura fulminans neonatalis). Uno stato di trombofilia ereditaria può anche associarsi a poliabortività.

Un’accurata raccolta della storia clinica personale e familiare da parte dello specialista indirizza al sospetto di diatesi emorragica o trombofilia ereditaria. La diagnosi è quindi accertata con l’esecuzione di test di laboratorio specifici per i singoli difetti.

Come si curano

Nel caso delle diatesi emorragiche, sono disponibili concentrati plasmatici o ricombinanti dei singoli fattori della coagulazione che possono essere infusi in occasione delle manifestazioni emorragiche o in via profilattica per prevenirne l’occorrenza. Per le forme meno gravi possono al bisogno anche essere utilizzati farmaci quali desmopressina (DDAVP) e antifibrinolitici.

Nel caso della trombofilia, è possibile instaurare una profilassi anticoagulante temporanea in occasione di condizioni di aumentato rischio trombotico (immobilizzazione prolungata, interventi chirurgici). Una terapia anticoagulante, la cui durata va rivalutata nel tempo, è riservata ai soli casi che in associazione allo stato trombofilico abbiano sofferto episodi trombotici.

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