Linfoma splenico della zona marginale
Che cos'è
Il linfoma splenico della zona marginale è una forma piuttosto rara di linfoma non-Hodgkin, una famiglia di tumori maligni che si sviluppano a partire da un sottotipo di globuli bianchi denominati linfociti B. A differenza di altre forme di linfoma non-Hodgkin, che coinvolgono in prima istanza i linfonodi, il linfoma splenico della zona marginale si manifesta con un interessamento prevalente della milza (determinandone l’ingrandimento, definito splenomegalia), del midollo osseo e del sangue, dove possono essere rinvenuti i caratteristici linfociti villosi.
Si tratta di una malattia che colpisce in prevalenza pazienti adulti o anziani ed il suo comportamento clinico è usualmente indolente, con una crescita piuttosto lenta.
I sintomi
Data la sua tendenza a crescere lentamente, il linfoma splenico della zona marginale può essere del tutto asintomatico al momento della diagnosi. Tuttavia, i pazienti possono riferire disturbi legati all’aumento di volume della milza, come fastidio addominale, senso di sazietà precoce o, raramente nelle forme cliniche più avanzate, vero e proprio dolore a carico della milza.
Le cellule del linfoma possono inoltre crescere fino ad occupare una quota rilevante del midollo osseo, che è normalmente deputato alla formazione delle cellule sane del sangue, riducendone le capacità di funzionare correttamente.
A questo si aggiunge la possibilità che la milza, ingrandita, “sequestri” una quota di sangue e cellule circolanti. Come conseguenza di questi due fenomeni, i pazienti possono presentare anemia (riduzione del valore di emoglobina, trasportata dai globuli rossi), leucopenia (riduzione del valore dei globuli bianchi) e piastrinopenia (riduzione del valore delle piastrine), che possono accompagnarsi ad affaticamento, mancanza di fiato, ridotta tolleranza allo sforzo, facilità al sanguinamento e alle infezioni. Molto raramente, infine, i pazienti possono presentare gli usuali sintomi sistemici dei linfomi non-Hodgkin, quali febbre (non legata ad infezioni), calo ponderale non intenzionale, sudorazioni profuse, prevalentemente notturne.
Fattori di rischio
Come accennato, in una quota di pazienti il linfoma splenico della zona marginale può svilupparsi nel contesto di una infezione cronica da epatite C. In altri casi è stata notata un’associazione con altre condizioni di attivazione protratta del sistema immunitario, come altre infezioni virali o alcune malattie autoimmuni.
Diagnosi
Il percorso diagnostico solitamente nasce in seguito al riscontro casuale di un incremento del valore dei globuli bianchi (leucocitosi) agli esami del sangue, tipicamente con un aumento specifico della quota di linfociti (definito, appunto, “linfocitosi”). In altri casi, durante una visita medica o durante un’ecografia dell’addome effettuata per altre ragioni viene notata la presenza di una milza ingrandita.
A questo punto, previa valutazione medica da parte di uno specialista ematologo, vengono prescritti esami del sangue specifici, che includono la valutazione al microscopio ottico delle cellule circolanti (che permette di identificare i caratteristici linfociti villosi, così denominati per via di alcune irregolarità della loro superficie) e lo studio immunofenotipico. La diagnosi istologica viene posta grazie alla biopsia del midollo osseo, mentre la valutazione delle sedi coinvolte dalla malattia si avvale di metodiche radiologiche, quali l’ecografia e/o la TC.
Non esiste un marcatore genetico caratteristico della malattia, ma alcuni test di biologia molecolare possono aiutare l’ematologo nel distinguere questa malattia da altri sottotipi di linfoma non-Hodgkin.
Cure
Non tutti i casi richiedono un trattamento al momento della diagnosi. Infatti, se la malattia non causa disturbi o alterazioni rilevanti degli esami del sangue, ci si limita a monitorare attentamente i pazienti con visite mediche periodiche. Quando necessario, tuttavia, il trattamento di prima linea si avvale dell’utilizzo di immunoterapia con anticorpo monoclonale anti-CD20 rituximab, più o meno associato a farmaci chemioterapici, in base alle condizioni di salute, all’età del paziente ed alle caratteristiche di presentazione della malattia. In caso di mancato beneficio (malattia refrattaria) o in caso di recidiva di malattia si ricorre ad altre opzioni terapeutiche, che includono regimi di immunochemioterapia alternativi rispetto a quelli utilizzati in prima battuta o terapie targeted come gli inibitori della tirosinchinasi di Bruton (BTK).
L’intervento chirurgico di rimozione della milza, denominato splenectomia, ha rappresentato un cardine della terapia in passato, mentre trova ora un impiego molto più limitato, generalmente riservato a quei casi in cui la malattia si presenta con minimo interessamento midollare e citopenie periferiche (anemia, leucopenia, piastrinopenia) legate all’ingrandimento della milza. Oppure, ancora, la splenectomia può essere oggi proposta in fasi avanzate di malattia e/o dopo l’impiego di più di un regime terapeutico.
In alcuni casi il linfoma splenico della zona marginale si sviluppa nel contesto di un’infezione cronica da virus dell’epatite C; in questo contesto i pazienti possono giovarsi di un trattamento specifico rivolto all’eradicazione dell’infezione virale, che può accompagnarsi anche alla regressione clinica del linfoma. Per questo, nella valutazione iniziale del paziente è molto importante ricercare i segni laboratoristici di infezione da epatite C.
Screening
Non esistono programmi di screening per questa patologia, né vi è necessità di effettuare esami specifici se si ha un familiare di primo grado affetto da linfoma splenico della zona marginale. Non è infatti dimostrato alcun beneficio per il paziente da una diagnosi precoce.
Associazioni Pazienti
Salute allo Specchio
Salute allo Specchio è una Onlus nata nel 2013 da un’idea di specialisti dell’Ospedale San Raffaele. Si tratta di un progetto dedicato alle pazienti oncologiche che ha l’obiettivo di conciliare eccellenza medica e qualità della cura per favorire il recupero del benessere fisico e psicologico della persona, ritrovando energia, fiducia in se stesse e autostima.