Giornata mondiale del Tumore al Pancreas: l’impegno del Pancreas Center del San Raffaele
PUBBLICATO IL 19 NOVEMBRE 2020
Nonostante l’emergenza sanitaria di Covid-19, i medici e i ricercatori del San Raffaele sono in prima linea nella cura e nella ricerca sul tumore al pancreas
Il 19 novembre ricorre, come ogni anno, la Giornata Mondiale della Consapevolezza sul Tumore al Pancreas, una malattia relativamente poco conosciuta e che ha visto un’incidenza in crescita negli ultimi anni.
Proprio perché le cause che stanno all’origine di questo incremento non sono note con certezza – probabili fattori di rischio sono legati all’invecchiamento della popolazione ed agli stili di vita non corretti – e per il fatto che è uno dei tumori più aggressivi, è importante conoscerne l’esistenza e continuare a sostenere la ricerca su questa malattia. La prevenzione e la diagnosi precoce sono infatti fondamentali per ridurre l’incidenza del tumore al pancreas.
L’IRCCS Ospedale San Raffaele da anni si impegna a migliorare le modalità di diagnosi e cura delle diverse patologie che colpiscono il pancreas – dalle pancreatiti alle neoplasie più gravi – ed è oggi un punto di riferimento a livello internazionale grazie alla presenza del Pancreas Center, diretto dal Prof. Massimo Falconi, anche primario dell’Unità di Chirurgia del Pancreas e professore presso l’Università Vita-Salute San Raffaele.
Le Pancreas Unit: l’importanza della centralizzazione delle cure
Sebbene il tumore al pancreas non sia fra i più comuni, rappresenta purtroppo la seconda causa di morte-tumore correlata nei Paesi Occidentali.
Quando indicata, la cura più efficace è tuttora rappresentata dalla chirurgia che, tuttavia, è possibile solo nel 20% circa dei casi ed è una procedura complessa e ad alto rischio di complicanze.
Ecco perché per garantire a tutti i pazienti l’accesso alle cure adeguate è fondamentale prediligere ospedali altamente specializzati che, trattando con competenza un grande numero di pazienti, riducono i rischi di errori e di complicanze post-operatorie.
Questi ospedali dispongono inoltre dell’esperienza necessaria per una diagnosi tempestiva e accurata anche nei casi più complessi. Recenti studi condotti dal Dr. Gianpaolo Balzano, dell’Unità di Chirurgia del Pancreas, dimostrano infatti come la centralizzazione della chirurgia pancreatica con una logica “hub-spoke” possa portare alla diminuzione della mortalità e delle sue complicanze.
Per riuscire a ottenere questi risultati, all’interno del Pancreas Center del San Raffaele è stata riunita un’equipe multidisciplinare. Chirurghi, oncologi, gastroenterologi, endoscopisti, radiologi, radioterapisti, anestesisti, anatomopatologi, diabetologi, terapisti del dolore, nutrizionisti e psicologi: tutti collaborano su ogni singolo caso sul piano clinico e si coordinano per l’attività di ricerca.
A testimoniare l’impegno del San Raffaele in questa direzione, nel 2020 l’istituto è stato preso come modello dal Consiglio Regionale della Regione Lombardia per l’accreditamento e l’identificazione sul territorio delle Pancreas Unit, caratterizzate da multidisciplinarietà e ed eccellenza misurata con criteri e indicatori precisi.
Il paziente al centro
L’esperienza data dai grandi numeri e la presenza di un gruppo multidisciplinare formato da specialisti competenti è però solo il punto di partenza. L’umanizzazione delle cure e l’attenzione alla qualità di vita dei pazienti rimangono un aspetto fondamentale.
Questo è il motivo per cui il gruppo multidisciplinare di specialisti del Pancreas Center del San Raffaele è composto anche da nutrizionisti e psicologi: la loro collaborazione con gli specialisti degli altri settori garantisce al paziente non solo i più alti standard diagnostici e terapeutici, ma anche un sostegno concreto per convivere meglio con la malattia.
Di recente sono nate anche collaborazioni con la facoltà di filosofia e col centro di ricerche infermieristiche dell’Università Vita-Salute San Raffaele per migliorare e dare sempre più importanza al vissuto del paziente. Grazie al loro prezioso aiuto e alla somministrazione di questionari durante gli incontri con gli specialisti, vengono messi in luce i potenziali difetti comunicativi tra medico, paziente e famigliari, con l’obiettivo di aumentare il coinvolgimento positivo di tutti.
I nuovi progressi scientifici
Accanto alla chirurgia, la chemioterapia rimane, oggi, la principale arma per combattere il tumore al pancreas. Sebbene i protocolli chemioterapici disponibili siano ancora di numero limitato, la ricerca inizia a dare buoni risultati e l’alta professionalità di gruppi multidisciplinari ha migliorato sensibilmente la prognosi e la qualità di vita dei pazienti.
Recenti studi clinici coordinati dal Dr. Michele Reni presso il Pancreas Center hanno per esempio dimostrato l’efficacia di una nuova combinazione di 4 farmaci (PAXG), che raddoppia la sopravvivenza a due anni dalla diagnosi: la nuova formula è stata approvata dall’Agenzia Italiana del Farmaco a giugno di quest’anno. L’Ospedale è promotore anche di un importante studio multicentrico randomizzato sull’efficacia della chemioterapia neoadiuvante (prima della chirurgia), che verrà svolto a breve in molti centri Italiani.
Si sta lavorando, inoltre, nella direzione di una medicina sempre più personalizzata. Anche se siamo lontani dalle conoscenze che si hanno attualmente per alcune tipologie di tumori, grazie a screening molecolari approfonditi in alcuni casi oggi per chi soffre di tumore al pancreas è possibile anche scegliere determinate terapie o beneficiare di farmaci specifici.
In tal senso studi di “profilazione molecolare” delle neoplasie del pancreas vengono condotti su campioni bioptici ottenuti tramite ecoendoscopia col coordinamento del Prof. Paolo Giorgio Arcidiacono e del Dr. Gabriele Capurso, e in collaborazione con l’Unità di Anatomia Patologica, sotto la guida del Prof. Claudio Doglioni.
L’intero San Raffaele è poi impegnato, grazie a un finanziamento AIRC 5x1000, in uno studio innovativo e ambizioso che mira a sviluppare terapie avanzate contro le metastasi al fegato da tumori del pancreas e del colon-retto. Il maxi-studio, della durata di 7 anni, vede il coinvolgimento di 17 gruppi di ricerca dell’istituto – di base, traslazionale e clinici - e mette insieme le migliori tecnologie e conoscenze nei seguenti campi:
- biologia molecolare
- terapie cellulari e geniche
- immunoterapia.
La ricerca per una cura migliore
Nel 2020, nonostante l’impatto dell’emergenza Covid-19, i medici e ricercatori del Pancreas Center hanno pubblicato oltre 100 lavori scientifici sullo studio delle malattie del pancreas su riviste “peer reviewed” internazionali.
Questi risultati sono il frutto di uno sforzo comune: sono possibili grazie non solo all’esperienza di opinion leaders affermati, ma anche, soprattutto, grazie all’entusiasmo di medici appassionati, alle nuove idee dei ricercatori di base e al contributo indispensabile di psicologi, nutrizionisti, del personale infermieristico e amministrativo.
Nonostante i grandi passi in avanti fatti negli ultimi anni, la prognosi del tumore del pancreas in Italia è migliorata solo marginalmente e la diagnosi arriva spesso quando il tumore è già metastatico. Ecco perché è fondamentale affidarsi a centri ad alto volume ed esperienza e sostenere la ricerca per migliorare gli approcci terapeutici.